Un mese fa il focolaio in Chirurgia: addio Chielli, geologo con il sorriso. Fu lui a dare l’ok alla ruota in piazza Cavour

Un mese fa il focolaio in Chirurgia: addio Chielli, geologo con il sorriso. Fu lui a dare l’ok alla ruota in piazza Cavour
Un mese fa il focolaio in Chirurgia: addio Chielli, geologo con il sorriso. ​Fu lui a dare l’ok alla ruota in piazza Cavour
di Stefano Rispoli
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Mercoledì 10 Marzo 2021, 02:45

ANCONA  - Era impossibile non riconoscerlo, quando girava in città con la sua spider gialla: un vezzo, ma anche un tratto distintivo del suo carattere, solare, espansivo, cristallino. Prendeva la vita con il sorriso, Franco Chielli. Fino all’ultimo ha cercato di tranquillizzare i suoi dallo schermo di un cellulare. Ma il Covid non gli ha dato scampo.

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Il geologo 75enne, originario di Colonnella, nel Teramano, ma cresciuto ad Ancona, ha smesso di lottare ieri mattina nel reparto di Malattie infettive di Torrette, dopo un calvario durato un mese.

Lui, professionista che ha fatto della socialità e della convivialità i suoi principi ispiratori, è stato condannato a morire nella solitudine, senza l’abbraccio del figlio o la carezza della mamma centenaria, nello stesso ospedale in cui si era infettato a causa di un focolaio scoppiato a gennaio in Chirurgia. L’ingresso di un anziano, inizialmente negativo al tampone ma risultato poi positivo ad un secondo test, scatenò un cluster in cui rimasero contagiati alcuni pazienti, tra cui Chielli, che era stato ricoverato a dicembre a Torrette per un intervento al pancreas. Era stato trasferito nel reparto speciale Cov-4. Non presentava sintomi particolari, dunque dopo una settimana era stato dimesso. Tutto sembrava volgere per il meglio, ma dopo qualche giorno le sue condizioni si sono nuovamente aggravate. Colpa di una polmonite scatenata dal Covid che ha richiesto un nuovo ricovero, stavolta alle Malattie infettive dove, dopo una battaglia di un mese, ieri è spirato. 


Chielli era la memoria geologica di Ancona. Il suo ufficio di via Matas è tappezzato di disegni e cartografie. L’ultimo lavoro: un’analisi del terreno su cui è stato edificato alla Baraccola il nuovo punto vendita di Leroy Merlin che verrà inaugurato il 18 marzo. Da anni collaborava con il Comune: è stato lui a dare l’ok all’installazione della ruota panoramica in piazza Cavour, dopo l’incarico che gli era stato affidato nel 2017. Innumerevoli i progetti a cui ha lavorato sin dall’inizio della sua luminosa e lunghissima carriera, dagli studi in mare per la Fincantieri al Pip, il piano di insediamenti produttivi alla Baraccola, fino alle lottizzazioni di Villa Igea e Pietralacroce. Eppure il suo percorso all’inizio aveva preso una piega diversa. Insegnava, infatti, fisica all’istituto nautico e all’Itis di Torrette. Poi, dopo la nascita del primo e unico figlio Francesco, la decisione di dedicarsi nuovamente agli studi: la laurea in Geologia all’università di Urbino, quindi la carriera da libero professionista. 


Nel 1982 aprì il suo studio a Posatora che, pochi mesi dopo, fu travolto dalla frana. Per Chielli fu un dramma personale, ma anche un’occasione di studio e di lavoro: da neolaureato, studiò il fenomeno e diede suggerimenti preziosi per la ricostruzione. Così riuscì a farsi conoscere e apprezzare, ad intessere rapporti di lavoro e di amicizia con altri stimati professionisti della città. Quindi, la decisione di aprire lo storico studio di via Matas, una vera biblioteca geologica del capoluogo. 
Il dolore 
Chielli lascia il figlio Francesco, le sorelle Anna e Loredana e l’adorata mamma Carmelletta, una rocciosa centenaria che si è vista portare via l’affetto più caro dal virus maledetto. I funerali si terranno domani mattina in forma privata, nel rispetto delle regole per il contenimento del Covid che ha sottratto alla città, troppo presto, un professionista illuminato, un personaggio caratteristico, un uomo buono. 

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