Ancona e il cantiere infinito: «Ex Umberto I, che scempio per noi meno incassi e clienti. Ormai non ci crediamo più»

Ancona e i lavori: «Ex Umberto I, che scempio per noi meno incassi e clienti. Ormai non ci crediamo più»
Ancona e i lavori: «Ex Umberto I, che scempio per noi meno incassi e clienti. Ormai non ci crediamo più»
di Antonio Pio Guerra
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Mercoledì 5 Aprile 2023, 04:30 - Ultimo aggiornamento: 12:37

ANCONA «Non si può andare avanti così, è una berlina». Esplode la protesta dei commercianti di corso Amendola e dintorni, che tutti i giorni devono affacciarsi sul doppio scempio dell’ex Umberto I: da un lato, il cantiere infinito per il nuovo poliambulatorio, dall’altro gli edifici abbandonati del residence fantasma “Il Cardeto”. Indirettamente, anche le attività commerciali della zona sono state danneggiate, in termini di minori incassi, dalla mancata attivazione della cittadella sanitaria, in ritardo ormai di 6 anni. «Sono le 11 e qui è tutto vuoto» dice Nicola Gismondi, mostrando il suo storico Bar Gismondi deserto. «Un tempo avevamo 5 commessi - continua da dietro il bancone, dove oggi è da solo -. Prima c’era la fila». Sui suoi tavolini si sono accomodate almeno tre generazioni di anconetani ma oggi la situazione è più difficile che mai. 


Le lamentele

Tutta colpa, dice lui, di quell’ospedale che per anni ha fatto da catalizzatore di clienti e che oggi resta uno scheletro vuoto, la cui ombra inghiotte ciò che gli sta attorno. «Dopo un periodo di pausa ho riaperto perché credevo che l’Umberto I venisse inaugurato entro fine marzo» racconta Gismondi.

Almeno questa era la promessa fatta a ottobre dalle istituzioni. La realtà è evidentemente un’altra. «Per cosa pago la luce, il gas ed i contributi?» si chiede il commerciante tra l’irritato e il disperato. Poi sbotta: «Io non ci spero più nella riapertura, è tutta una farsa. Ma se succedesse, almeno la zona si ripopolerebbe» sogna. «La via è deserta da 10 anni. È una cosa inconcepibile» interviene Sebastiano Cannistraro, che ha un negozio di frutta e verdura poco lontano. Lui resiste ma c’è anche chi ha dovuto cedere. «La panetteria qui accanto ha dovuto chiudere» dice. Quindici anni di nulla, del resto, sono tanti. «Quando l’Umberto I era aperto il flusso di acquirenti era maggiore» ricorda Linda D’Ippolito, titolare della Tabaccheria Linda. «All’epoca della chiusura dell’ospedale si parlava di un paio d’anni per la riapertura» ricorda, ironicamente, la dottoressa Rosella Sbarbati, biologa con una erboristeria che affaccia su corso Amendola. Il problema è che molti a quelle promesse ci avevano creduto. «So di attività che avevano potenziato la loro offerta in previsione del ritorno dell’ospedale che poi non c’è stato» continua. 

La sicurezza

Danni economici ma non solo: ai piedi dell’Umberto I resta da sciogliere anche il tema della sicurezza. «La notte ci sono spesso dei tossici che stazionano nei pressi o proprio dentro i cancelli del vecchio ospedale» protesta Cannistraro. Che siano gli stessi che, qualche tempo fa, provarono a introdursi nella sua attività dopo l’orario di chiusura? Difficile dirlo. Ma c’è anche chi segnala inquilini fantasma nell’area del cantiere. Su questo fronte, però, il custode giudiziario dell’area privata dell’ex Umberto I (riconducibile al fallimento dell’ex Santarelli Costruzioni) sottolinea l’istituzione di un servizio di vigilanza permanente volto ad evitare intromissioni furtive. «Quando avrà fine quest’odissea?» si chiedono commercianti e residenti. Il problema è che nessun ancora sa dare una risposta. 

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