Dall'emporio al sushi
​gli affari dei cinesi

Dall'emporio al sushi ​gli affari dei cinesi
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Giovedì 22 Gennaio 2015, 20:49 - Ultimo aggiornamento: 23 Gennaio, 11:38
ANCONA - In principio fu La grande muraglia. Il ristorante di via Canale è stato con tutta probabilità la prima manifestazione evidente dell’imprenditoria cinese ad Ancona. Eravamo intorno alla metà degli anni '80 e anche nella nostra città si sentiva l'esigenza di uscire dal provincialismo aprendosi a nuove esperienze. L'accoglienza per questo nuovo tipo di cucina fu perciò trionfale, tanto che di lì a poco nuovi ristoranti cinesi cominciarono a spuntare in ogni parte della città. Verso la fine degli anni '90 la cucina cinese cominciò però a non essere più una novità. La clientela diminuì e così i ristoranti iniziarono a chiudere. Ora ne restano tre: lo Shangai di piazza Ugo Bassi, il Ristorante Cinese e Orientale di via Mamiani agli Archi e il Fiorire in zona stazione.

Questo non vuol però dire che l'avventura dei cinesi nel campo della ristorazione sia al capolinea. Il grande fiuto per gli affari ha fatto capire loro che occorreva una metamorfosi. La grande moda del momento è infatti la cucina giapponese. Il primo passo è stato dunque quello di inserire il sushi nei menù. Poi qualcuno si è spinto più in là e così sono nati i ristoranti giapponesi di proprietà cinese. Un esempio di questo cambiamento di pelle è la catena di ristoranti Il Milione, che dopo essersi impiantata in varie città del nord Italia, da questo weekend sarà presente anche ad Ancona, nei locali di via don Gioia precedentemente occupati dalla pizzeria Rosso Peperoncino.

Negli ultimi anni a mutare non sono stati però soltanto i gusti in fatto di cibo. La crisi economica ha completamente sconvolto il panorama commerciale italiano e gli imprenditori cinesi sono stati abilissimi a inserirsi nei buchi lasciati vuoti dai negozianti locali. Ad Ancona la tipologia di attività più in voga tra i commercianti con gli occhi a mandorla sono gli empori. Si tratta di negozi che vendono un po' di tutto, dall'abbigliamento, agli articoli per la casa, ai giocattoli, fino alla bigiotteria e alle apparecchiature elettroniche. Sono in genere articoli a prezzi piuttosto bassi, ma non sempre prodotti in Cina. Molti provengono infatti anche da piccole industrie italiane ed europee. Inoltre ci si possono trovare vere e proprie chicche, come i lettori Cd portatili che ormai nei normali negozi di elettronica non vende quasi più nessuno. Negozi di questo tipo si trovano un po' ovunque, soprattutto in zona stazione, in via Giordano Bruno, in piazza Ugo Bassi e in via Cristoforo Colombo. Ma ce ne sono alcuni anche in centro, come quello di piazza Cavour, all'angolo con via Calatafimi.

Ci sono poi i negozi che vendono esclusivamente scarpe, accessori e abbigliamento. La qualità dei prodotti è di poco superiore a quella degli empori, ma gli arredi sono più curati, cosa che ha permesso loro di sbarcare senza problemi anche in pieno centro. L'esempio principale è il negozio di abbigliamento Shanghai che poco più di un anno fa ha preso il posto di Chatwin in corso Stamira, all’angolo con via Marsala. Ma ci sono anche i due di corso Mazzini, uno dei quali dotato di ben quattro vetrine.

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