ANCONA A scoprire l’alcova a luci rosse era stato un poliziotto della Squadra Mobile. Lasciandosi “ispirare” da un annuncio hot con tanto di numero di cellulare, si era finto cliente per concordare una prestazione sessuale con la giovane squillo dominicana. Ma quando si è presentato in casa e lei le ha mostrato il divano su cui avrebbero dovuto trascorrere un’ora di intimità al prezzo concordato di 80 euro, lui ha esibito il distintivo e ha interrotto bruscamente la serata.
L’irruzione
Era l’estate del 2017.
Secondo le indagini condotte dagli 007 della questura dorica, infatti, il sudamericano aveva dato in subaffitto l’appartamento alla squillo, dalla quale percepiva un introito mensile ingiustificato rispetto al valore della casa. Insomma, dietro la maschera dell’affitto, sempre secondo l’accusa, si nascondeva in realtà un vero e proprio sfruttamento del corpo della donna: la induceva a concedersi ai clienti per poi trattenere una quota della cifra pattuita, generalmente dagli 80 ai 100 euro per una prestazione completa.
La scorsa settimana in tribunale è stato ascoltato dal giudice Martina Marinangeli il poliziotto che si finse cliente. «Concordai l’appuntamento chiamando la donna al numero trovato in un annuncio - ha raccontato - e quando entrai in casa trovai lei in abiti succinti, il divano su cui avrei dovuto consumare la prestazione sessuale e, nell’altra stanza, l’imputato». Il 40enne, difeso dall’avvocato Giacomo Curzi, sostiene che per molto tempo non aveva vissuto in quell’abitazione e che del “lavoro” della donna non sapeva nulla. Il processo è stato rinviato al prossimo 4 ottobre per ascoltare la ragazza.