Caregiver e qualità della vita: la ricerca dell'anconetana Elena Baldassarri miete consensi

Caregiver e qualità della vita: la ricerca dell'anconetana Baldassarri miete consensi
Caregiver e qualità della vita: la ricerca dell'anconetana Baldassarri miete consensi
5 Minuti di Lettura
Sabato 17 Giugno 2023, 13:12

ANCONA - Elena Baldassari, una giovane talento di Ancona, si distingue a livello europeo con una ricerca innovativa sui caregiver. Importanti risultati sono emersi dalla ricerca condotta da Elena Baldassari, una talentuosa ragazza anconetana, diplomatasi al Liceo Savoia di Ancona e laureatasi con lode presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. La sua tesi dal titolo "I caregiver: work life balance o work life conflict? Il ruolo dei provider e del management delle risorse umane nel determinare le buone pratiche di welfare aziendale" ha attirato l'attenzione della comunità scientifica e le è valso importanti riconoscimenti.

È stato pubblicato l’articolo nel Journal “Studi e ricerche sulla famiglia” e successivamente è stata presentata all'ESA - European Sociological Association a Madrid, contribuendo al dibattito accademico sul tema. L'importanza di una corretta conciliazione tra lavoro e vita privata è diventata un tema sempre più rilevante negli ultimi anni; infatti, la pandemia ci ha fatto riscoprire il valore della salute e della cura, ed in particolare, ci ha fatto comprendere come non sappiamo prenderci cura degli esseri umani. In questo contesto, la figura del caregiver informale è stata una delle categorie più colpite dalla pandemia di Covid-19 in quanto ha continuato a prendersi cura dei propri cari in egual modo ma con molteplici difficoltà.

Viene perciò al proposito la ricerca «For caregiver, not caregiving», con la quale si è voluto dare rilevanza, non soltanto all’atto di prendersi cura di qualcuno, ma all’essere caregiver. In particolare, sono stati oggetto di indagine gli interventi e le politiche realizzate dai provider e dal management in ambito aziendale per supportare i caregiver sia nei loro compiti di cura che nello sviluppo della carriera. 

A tal fine sono state condotte interviste semi strutturate a dieci responsabili delle risorse umane (HR Manager) e dieci provider del welfare aziendale arricchite da una domanda con foto stimolo, con lo scopo di comprendere le politiche e le pratiche organizzative attuate a supporto dei caregiver, nonché la visione dei provider e degli HR sugli sviluppi di carriera dei caregiver e sulla complessa relazione tra impegno nella cura e ingaggio sul lavoro.

Le interviste sono state registrate, trascritte e analizzate mediante analisi del contenuto e, tramite il software T-LAB, per due macro-gruppi: il management delle risorse umane e i provider del welfare aziendale. Dall'analisi è emerso che il management delle risorse umane e i provider del welfare aziendale hanno un’interazione differente con i caregiver. I primi hanno una relazione stretta con i lavoratori e conoscono i caregiver (anche in virtù della Legge 104 a loro dedicata), e possono così attivare un dialogo costante con loro, comprendendone le loro difficoltà. I secondi invece hanno una visione di insieme della popolazione aziendale e solo alcuni offrono servizi specifici per i caregiver.  È inoltre importante sottolineare come la tematica del caregiving sia, per il management HR, una questione da affrontare a livello aziendale ma anche sociale, coinvolgendo istituzioni ed enti del territorio. Dato non sottolineato, al contrario, dai provider, pur nella messa in atto di azioni di supporto al caregiver mediante l’attivazione di partnership con il settore pubblico e privato.

Riprendendo la domanda che ha attivato la ricerca ossia “I caregiver vivono una situazione di work life balance o work life conflict?” potremmo dire che, i dipendenti caregiver vivano una situazione di equilibrio grazie all’interazione proficua tra i provider del welfare aziendale, il management delle risorse umane e i dipendenti caregiver.

Il caregiving è stata una questione invisibile per anni ma oggi c’è maggiore consapevolezza sul valore e sulle competenze che si acquisiscono dal compito di cura. È per questo che le aziende dovrebbero sviluppare e diffondere una nuova cultura della cultura valorizzando la figura del caregiver e considerando l’essere caregiver come una risorsa, riconoscendo le esigenze dei dipendenti caregiver e supportando le ambizioni professionali. È opportuno che si contribuisca alla creazione delle “caring company”, ossia aziende che valorizzano la sinergia tra vita e lavoro e che mettono in luce le persone nella loro diversità.

Le aziende devono essere pronte a vedere e utilizzare il potenziale che la vita porta con sé perché come afferma Riccarda Zedda di Lifeed “Tutta la vita è un master”.

Oggi, grazie a Deloitte (HR | Deloitte Business Solution), azienda nella quale Elena Baldassari lavora a Milano le è stata data la possibilità di trasformare la ricerca in azione al fine di favorire il benessere dei lavoratori caregiver. Il team People Management di HRevolution di DBS le ha permesso di sviluppare soluzioni pratiche per supportare i caregiver e migliorare la loro qualità di vita.

Le iniziative promosse e pensate per i dipendenti caregiver si è notato come portano a maggiori vantaggi alle aziende come maggiore produttività, maggiore engagement, minor tasso di turnover ed attività di employer branding. Questi vantaggi sono ritenuti assai competitivi nel mercato di oggi e dunque porre attenzione ai dipendenti caregiver e promuovere delle iniziative per loro è fondamentale, sia per il benessere ma anche per il business aziendale.

In questo quadro, Deloitte si pone come interlocutore tra le aziende e i provider del welfare aziendale ponendo al centro i dipendenti caregiver e il loro benessere. Le aziende, assieme al supporto di Deloitte, mettono in atto delle azioni per favorire il benessere dei dipendenti in generale ed in particolare dei caregiver come: Creare consapevolezza e sensibilizzazione sul tema dei caregiver attraverso webinar e formazione ad hoc; Definire politiche di lavoro flessibili (congedi, permessi, etc); Creare programmi di supporto ai caregiver, come servizi di consulenza o di supporto psicologico; Collaborare con i provider del welfare aziendale, specializzati sui caregiver; Comunicare in modo aperto e trasparente e Monitorare costantemente l’impatto delle politiche intraprese.

Elena Baldassari, assieme al team di Deloitte, non vedo l'ora di implementare le soluzioni emerse dalla ricerca nelle aziende del territorio marchigiano e fare una differenza tangibile nella vita dei dipendenti caregiver e non solo. Elena è convinta che, lavorando insieme, si può creare un impatto significativo e sostenere coloro che si dedicano con amore e dedizione all'assistenza di altre persone.

© RIPRODUZIONE RISERVATA