ANCONA - L’aveva presa di mira da diverso tempo: parolacce e insulti all’entrata e all’uscita da scuola. È riuscita pure a trovare il suo numero di cellulare, che ha riempito di messaggi scritti e vocali dove le ha detto di tutto e di più: che l’avrebbe picchiata, che quei suoi modi gentili le davano fastidio, che se avesse incontrato sua mamma...
L’aggressione
Martedì la bulla del liceo Rinaldini è passata dalle parole ai fatti e ha mandato in ospedale la ragazzina del primo anno, 14 anni appena compiuti, al Classico da meno di una settimana.
La paura e l’isolamento
Nel frattempo la 14enne con una ustione sul viso, le lacrime che non riuscivano a fermarsi e il terrore che quella ragazza potesse tornare, è riuscita a contattare prima la sorella maggiore (che frequenta l’ultimo anno nello stesso istituto), quindi i genitori che l’hanno immediatamente portata al pronto soccorso per essere medicata. Prognosi: 5 giorni di cure, ma le ferite dell’anima sono quelle che più preoccupano la famiglia. Perché la giovanissima liceale non dorme più, non vuole uscire da sola, ha smesso di frequentare le amiche e non è intenzionata a rientrare a scuola, dal momento che la bulla in questione continua tranquillamente a frequentare le lezioni. La paura di incontrarla nuovamente e di passare quello che ha già vissuto è troppo grande, persino del desiderio di studiare.
La denuncia
I genitori nel frattempo hanno sporto denuncia ai carabinieri, consegnando ai militari dell’Arma non solo il referto medico ma anche i messaggi scritti e vocali che la bulla ha inviato alla ragazzina, spaventandola in continuazione fino all’aggressione di martedì. Il gravissimo episodio avvenuto al liceo Rinaldini sarà oggetto di consiglio d’istituto il prossimo lunedì, al rientro della dirigente che in questi giorni si trovava fuori sede: la scuola ovviamente è stata subito informata ed ha fornito sostegno e comprensione alla 14enne ed alla sua famiglia, in attesa che vengano presi provvedimenti.
Il chiarimento
Nelle scorse ore la figlia maggiore ha cercato, accompagnata da un docente, di avere un chiarimento con la bulla. Avrebbe voluto sapere le motivazioni, perché aveva preso di mira sua sorella, ma non sarebbe riuscita ad ottenere una risposta valida. Adesso aspetterà alla scuola e alle forze dell’ordine fare chiarezza su questo deplorevole episodio.
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