Sassate a un barista e contro i negozi, le baby gang terrorizzano il centro. Commercianti esausti: «Bulli, ora basta»

Sassate a un barista e contro i negozi, le baby gang terrorizzano il centro. Commercianti esausti: «Bulli, ora basta»
Sassate a un barista e contro i negozi, le baby gang terrorizzano il centro. Commercianti esausti: «Bulli, ora basta»
di Stefano Rispoli
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Giovedì 2 Settembre 2021, 03:25 - Ultimo aggiornamento: 18:09

ANCONA - «Tutto il resto è noia», sospira Fabio Paolinelli, edicolante di piazza Roma. Cita Califano per ricercare ragioni sociologiche alla base delle scorribande delle baby gang del centro. «Non sanno come passare il tempo, trascorrono giornate a guardare i social, sono cresciuti con la cultura della violenza - riflette il commerciante -. Una volta c’erano i circoli, le sezioni di partito. Adesso solo la strada. Cosa fanno? Girovagano in trenta, in quaranta, su e giù per il corso. Sono gruppi misti, formati da italiani e stranieri. Entrano nei negozi per fare casino, qualcuno ruba, qualcun altro se la prende con i passanti, specie gli anziani. E a volte si sfidano tra di loro. Non hanno niente da fare: questo è il loro problema». 

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I ragazzini terribili sono tornati ad invadere il centro e i commercianti, più che preoccupati, sono arrabbiati.

L’ultima moda sono i raid nelle catene d’abbigliamento: incursioni-lampo in cui buttano i vestiti all’aria, insultano e minacciano le commesse, in qualche caso orinano nei camerini. L’hobby parallelo è il tiro al bersaglio contro bar e negozi. «Ogni tanto passano qui davanti, raccolgono manciate di sassolini dalle fioriere del corso e li lanciano sulla vetrata - racconta la responsabile di Terranova -. Spesso entrano a frotte in negozio, tutti senza mascherina: rispondono male se li riprendi, urlano parolacce, bestemmiano e ti ridono in faccia. La cosa più triste è che le femmine sono peggio dei maschi, anche più maleducate». 


Le vie dello shopping sono di nuovo ostaggio dei baby bulli. In piazza Roma, la scorsa settimana, se l’è vista brutta Antonio Lanza, titolare del bar La Piazzetta. L’hanno preso a sassate solo perché si è permesso di allontanarli dal proprio locale. «C’erano quattro minorenni seduti a bere analcolici, avevano alzato la voce così li ho esortati a fare più piano - racconta -. A un certo punto sono arrivati i loro amici, saranno stati in trenta, tutti attorno allo stesso tavolo. Li ho invitati ad andarsene, ma loro hanno reagito in malo modo: parolacce, insulti, poi si sono messi a lanciarmi dei sassolini presi dalle fioriere». Quindi hanno sfogato la loro rabbia prendendo a calci e pugni uno dei totem in plastica riportante le normative anti-Covid, come fosse un punching-ball. 


Altri bulletti sono rimasti seduti al tavolo accanto. Lanza si è visto costretto a farli alzare di forza. «Uno di loro, avrà avuto 12 anni, carnagione scura, mi si è avvicinato a brutto muso chiedendomi perché avessi sottratto la sedia al suo amico - racconta il barista -. Qui è un continuo. L’altra settimana due ragazzine minorenni hanno consumato al tavolo e sono scappate senza pagare, poi hanno avuto il coraggio di ripresentarsi qualche giorno dopo con gli amici: hanno alzato la voce perché non volevo servirgli da bere. L’aspetto più inquietante è che sono giovanissimi, alcuni avranno appena 10 anni». 


Tra i luoghi preferiti dalle baby gang c’è la Galleria Dorica, trasformata in un bivacco generale. Saverio Boccasile, titolare del Muda Bar, non sa più come comportarsi. «A volte arrivano in dieci, altre in cinquanta - racconta -. Spesso ci insultano, ogni tanto litigano tra loro e si prendono a spintoni, altre volte ci provocano. Un giorno un ragazzino mi ha detto: “Sta’ attento, sono tunisino”. Così non si può più andare avanti: per l’inverno assolderemo una guardia giurata». Sì perché il pericolo è sempre dietro l’angolo. Ne sa qualcosa Nicola, cliente del Muda Bar: ad aprile un bulletto l’ha aggredito sotto la Galleria Dorica. «Bestemmiava e sputando a terra mi ha sporcato una scarpa - ricorda -. L’ho rimproverato, lui mi ha minacciato. Quando me ne sono andato, mi si è parato davanti, sfidandomi. Incitato da una trentina di amici, mi ha dato uno schiaffo. Io ho 41 anni, lui è minorenne: non ho reagito perché avrei trovato guai. Ma questi ragazzi non hanno più rispetto per nessuno». 

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