Rapinati a 15 anni dai bulli davanti al Kebab, il racconto di uno dei tre ragazzini: «Che paura e nessuno ci ha aiutato»

La polizia è intervenuta per soccorrere i tre ragazzini
La polizia è intervenuta per soccorrere i tre ragazzini
di Stefano Rispoli
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Mercoledì 1 Settembre 2021, 02:50 - Ultimo aggiornamento: 17:21

ANCONA - A 24 ore di distanza il lampo del terrore negli occhi si smorza, resta l’ombra dell’inquietudine. Lo choc davanti al raid di due bulli è stato un pugno nello stomaco, la notizia del coltello trovato in tasca a uno dei rapinatori minorenni un colpo al cuore per come sarebbe potuta andare a finire lunedì a pranzo sui tavolini del Kebab di piazza Cavour: malissimo.

E chissà per quanto resterà il marchio della paura nello sguardo, una macchia nell’anima dei tre quindicenni rapinati: ad uno di loro è stato rubato il portafogli con dentro 20 euro dai teppisti, dopo averlo immobilizzato.

Lorenzo - il nome è di fantasia - è uno dei ragazzini che in pieno centro, in un normale lunedì di fine estate, hanno fatto un salto nel terrore.


Come stai, intanto?
«Sta passando, ma al pensiero ancora mi tremano un po’ le gambe». 


Cosa avete pensato quando avete visto i due bulli avvicinarsi al tavolo dove eravate seduti? 
«Ci hanno chiesto se avevamo due euro, ma pensavamo se ne andassero, invece poi sono rimasti». 


Vi hanno fatto subito paura?
«Nei primi momenti non sembravano essere minacciosi, mentre parlavano non erano nervosi. Ma quando si sono avvicinati abbiamo capito che facevano sul serio».


Avete cercato di allontanarli dicendo che non avevate soldi?
«Sì, ma quando ci hanno messo le mani addosso abbiamo capito che era meglio darglieli i soldi perché poteva finire male».


Non li conoscevate?
«No. Era la prima volta che li vedevamo. Forse ci hanno visti e poi ci hanno seguiti».


Temevate che fossero armati?
«A quel punto avevamo paura di tutto. Non parlavamo, non ci uscivano neppure le parole di bocca da quando sono arrivati. Eravamo bloccati dalla paura».


E quando avete saputo che uno di loro aveva un coltello in tasca?
«Abbiamo pensato che abbiamo fatto bene a non farli arrabbiare. Chissà quali reazioni avrebbero avuto se io o uno dei miei amici avessimo reagito. Sarebbe stato peggio per noi e alla fine mi viene in mente che è andata bene così».


Che sensazioni avete provato in quei momenti? Di essere abbandonati?
«Passava gente sotto i portici di piazza Cavour, ma nessuno si è fermato per chiedere cosa stesse succedendo e se avessimo bisogno di aiuto».


E adesso cosa cambia? Sarà più dura per voi ritrovarsi con gli amici in centro con serenità? Bisognerà sempre fare i conti con la paura di brutti incontri come quello di lunedì?
«Non solo. Io una volta mi sono ritrovato un sabato pomeriggio con gli amici per il Corso che sembrava in assetto di guerra per il timore dello scontro tra baby gang. Ieri (lunedì, ndr) stavamo mangiando un kebab in pieno centro ed è successa questa cosa brutta».


Avete paura che dopo le denunce quei due possano vendicarsi? 
«La Polizia in questo ci ha rassicurati, certo ci spaventa l’idea di incontrarli ancora. E poi..»


E poi?
«E poi dispiace che ieri li hanno presi ma subito hanno dovuto lasciarli andare. Non sembra giusto per quello che ci hanno fatto». 

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