«Sei lesbica» e la prende a pugni. Aggressione-choc sul corso: fermato il baby bullo omofobo, ha solo 14 anni

I carabinieri e la polizia intervenuti in centro
I carabinieri e la polizia intervenuti in centro
di Stefano Rispoli
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Domenica 29 Agosto 2021, 06:25 - Ultimo aggiornamento: 16:10

ANCONA - «Guardate quelle lesbiche!». Gli insulti, poi le botte. Un cazzotto in faccia, sferrato con la forza dell’intolleranza. Probabilmente avrebbe continuato a colpirla, senza l’intervento di un passante che l’ha braccato e riportato alla ragione. Difficile capire cosa gli sia passato per la testa.

Forse voleva apparire più bullo tra i bulli, lui, adolescente di 14 anni d’origine africana, italiano di seconda generazione come si usa dire. Magari a quell’età non si è reso nemmeno conto della gravità delle parole e del gesto. È scattato come una molla quando ha visto quelle due ragazze, anche loro minorenni, passeggiare su corso Garibaldi mano nella mano, capelli corti e colorati, sulle spalle una borsa color arcobaleno con scritto Lgbt, l’acronimo che unisce lesbiche, gay, bisessuali e transgender. 


Ghigno da spaccone sul volto, prima le ha apostrofate con insulti irripetibili all’altezza di via Castelfidardo, poi le ha seguite per qualche metro, verso piazza Cavour. Una scarica di offese, poi il pugno, violento, in faccia ad una delle due. La ragazzina, sedicenne, è caduta a terra ed è scoppiata a piangere. Lacrime di dolore, di rabbia, di delusione. «Non ho intenzione di denunciarlo, ma voglio che mi chieda scusa», singhiozzava, ferita, consolata dall’amica e poi dalla madre che l’ha raggiunta quando è venuta a conoscenza dell’aggressione. La sedicenne anconetana è finita all’ospedale con un occhio nero e un trauma facciale, trasportata in ambulanza da un equipaggio della Croce Rossa che si è presa cura di lei.

Sul corso, alle 17, sono tempestivamente intervenute le forze dell’ordine, con diverse pattuglie di polizia e carabinieri che stavano già perlustrando il centro per altre manifestazioni in corso, tra cui quella dei “No Green pass”. Il baby aggressore è stato subito individuato e fermato: si tratterebbe di un quattordicenne d’origine straniera. Gli altri componenti del branco, una quindicina di giovani, non hanno partecipato all’aggressione, ma non avrebbero fatto nulla per fermare il loro amico mentre picchiava la ragazzina, solo perché dichiaratamente omosessuale. Anzi, l’avrebbero incitato e spalleggiato, secondo le regole non scritte che governano le baby gang. 

La sedicenne è stata dimessa in serata da Torrette. Le sue condizioni per fortuna non sono preoccupanti. Gravissimo resta il pestaggio a sfondo omofobo che risulta ancor più inquietante per il fatto che a perpetrarlo è stato un giovanissimo. I carabinieri l’hanno identificato e ascoltato. Verrà denunciato solo se la vittima deciderà di farlo o, d’ufficio, se le lesioni subite dovessero superare i venti giorni di prognosi. Gli investigatori ora ascolteranno la versione della sedicenne, mentre hanno già raccolto il racconto dei testimoni che hanno assistito alla scena, incluso il trentenne che con un placcaggio ha immobilizzato l’adolescente fuori di sé.

Le telecamere presenti in corso Garibaldi aiuteranno gli inquirenti a ricostruire la scena di un’aggressione choc che getta un’ombra pesantissima sulla città, scossa da un’estate segnata dalle incursioni delle baby gang e ora costretta a fare i conti con la violenza più inaccettabile, quella alimentata dalla discriminazione sessuale. 

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