I 68 migranti smistati tra Umbria e Molise, ieri la Viking ad Ancona: «Leali al Governo, ma ora basta sbarchi»

I 68 migranti smistati tra Umbria e Molise, ieri la Viking ad Ancona: «Leali al Governo, ma ora basta sbarchi»
I 68 migranti smistati tra Umbria e Molise, ieri la Viking ad Ancona: «Leali al Governo, ma ora basta sbarchi»
di Antonio Pio Guerra
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Venerdì 15 Settembre 2023, 04:00 - Ultimo aggiornamento: 16 Settembre, 08:40

ANCONA «Ancona non è in grado di avere uno sbarco a settimana». È categorico il vicesindaco Giovanni Zinni, intervenuto ieri dalla banchina 19 del porto di Ancona dove - intorno alle otto di mattina - è attraccata la Ocean Viking della ong internazionale Sos Mediterranée. A bordo dell’imbarcazione, 68 migranti (tutti uomini, tre minori) salvati al largo della Libia. Per la città dorica si è trattato del settimo sbarco in pochi mesi, il secondo per la Ocean Viking dopo quello del gennaio scorso. Con l’ultimo approdo ad agosto, il trend è ormai chiaro: la Dorica viaggia al ritmo di uno sbarco al mese. E questo comincia a creare problemi alla macchina dell’accoglienza, oberata da ritmi inediti per una città come Ancona, rimasta finora perlopiù spettatrice del fenomeno migratorio. «Saremo sempre leali al governo Meloni e non ci sottrarremo alle nostre responsabilità ma è ora di far diminuire drasticamente gli sbarchi in Italia» ha chiesto Zinni. 


La pressione

Il sottinteso è anche un altro: far diminuire pure la pressione migratoria su Ancona, che nell’ultimo anno si è riscoperta porto di sbarco. «I rapporti col Governo li sta tenendo il sindaco Silvetti ed abbiamo già manifestato le nostre criticità» ha raccontato il vicesindaco.

Criticità anche nel trovare alloggio nel caso i migranti dovessero essere accolti ad Ancona o nelle Marche. Nel caso dello sbarco di ieri, però, nessuno dei quasi settanta passeggeri resterà in regione. I tre minori verranno infatti trasferiti in un centro di Campobasso, in Molise, mentre per i 65 adulti le destinazioni saranno altre città del Molise e dell’Umbria. Nel Capoluogo, dunque, si è proceduto esclusivamente alla prima identificazione, svolta presso il pallone dell’impianto sportivo Paolinelli, alla Baraccola. «Abbiamo soltanto quattro strutture in grado di gestire queste situazioni particolari: una è il Paolinelli e le altre sono il Palarossini, il Palaindoor ed il Palabrasili» ha ricordato Zinni. «I naufraghi stanno relativamente bene, a parte chi ha subito traumi pregressi in Libia, da dove sono partiti» è il commento rilasciato dalla ong Sos Mediterranée, che opera la Ocean Viking. Come lamentato anche dalle altre organizzazioni non governative costrette a sbarcare ad Ancona, la scelta del porto marchigiano ha obbligato ad ulteriori cinque giorni di navigazione, con «uno stress ulteriore» per persone che hanno «fatto un viaggio assurdo, per 24 ore in mare, su un un’imbarcazione che definirla tale è un’esagerazione - un barcone artigianale di legno su due livelli, pericoloso». 

Le disposizioni

È chiaro come “Ancona porto di sbarco” non piaccia né all’amministrazione né alle ong. Ma in attesa che arrivino nuove disposizione governative e con l’ondata di arrivi che continua ad intensificarsi, alla città non resta che mettere in stand-by la macchina dell’accoglienza in attesa del prossimo sbarco.

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