Defendi doppio ex e la sfida di domani con l'Arezzo: «Recanatese sempre nel cuore, aspetto il primo gol di Sbaffo»

Defendi e la sfida di domani con l'Arezzo: «Recanatese sempre nel cuore, aspetto il primo gol di Sbaffo»
Defendi e la sfida di domani con l'Arezzo: «Recanatese sempre nel cuore, aspetto il primo gol di Sbaffo»
di Michele Raffa
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Sabato 14 Ottobre 2023, 07:00 - Ultimo aggiornamento: 15 Ottobre, 07:43

RECANATI - È la vigilia di Recanatese-Arezzo, una sfida che si ripropone dopo ventisette anni dall’ultima volta. Questa volta è tra i professionisti, in Serie C. Chi ha avuto la fortuna di indossare e soprattutto segnare con entrambe le maglie è stato Edoardo Defendi. L’attaccante classe ’91, nativo di Trescore Balneario nel bergamasco, in carriera ha giocato sia con l’Arezzo che con la Recanatese. Ora vive nelle Marche. Da qualche stagione ha deciso di avvicinarsi a casa e quest’anno milita nel campionato di Eccellenza tra le fila del Chiesanuova. 

 
Defendi, facciamo un tuffo nel passato, alla stagione 15/16 quando era all’Arezzo. Quali ricordi si porta dietro? 
«Ho bei ricordi, poi con Ezio Capuano in panchina non poteva non essere una stagione qualunque. Per me quella fu una stagione un po’ sfortunata. Era iniziata rompendomi il naso e avevo deciso di rinviato l’intervento a Natale. Poco dopo mi sono infortunato alla caviglia compromettendo la stagione. Sono rientrato giusto in tempo per segnare tre gol pesantissimi che ci consentirono di ottenere la salvezza. Arezzo a livello societario merita tranquillità. E’ una piazza importante con tifo di altra categoria». 
Più di recente l’esperienza alla Recanatese nell’anno dello Scudetto dilettanti, indimenticabile no? 
«Alla Recanatese mi sono ritrovato nella stagione magica dove tutto doveva andare così com’è stato. Ma non è una casualità. Alle spalle c’era una dirigenza e una società seria che non ti faceva mancare nulla. Aveva ben in mente cosa avrebbe voluto fare. Vincere il campionato e lo Scudetto dilettanti non capita tutti i giorni. Si era creata una compattezza di gruppo unica dove tutti si aiutavano a vicenda, sia in campo che fuori. Posso raccontare un aneddoto?».
Certo vada pure... 
«Dopo un lungo girovagare avevo deciso di avvicinarmi a casa. Quell’anno lì era spuntata l’idea Recanatese. Il direttore tecnico Cianni mi chiamò in estate e mi volle vedere una settimana in prova con tutto il gruppo. Ero rimasto sbalordito. Il giorno in cui mi disse che mi voleva firmare gli dissi chiaramente – direttore, questo è uno squadrone – I presupposti per vincere c’erano tutti». 
Era riuscito a togliersi anche qualche piccola soddisfazione in quella stagione? 
«In parte sì, avevo segnato sette gol ma avrei preferiti farne di più per aiutare meglio la squadra, mai vari acciacchi non me lo hanno permesso. Eravamo davvero in buone mani sia in campo ma soprattutto in panchina con mister Pagliari». 
La domanda più scocciante per un doppio ex, domenica un occhio di riguardo più per la Recanatese o Arezzo? 
«Dire pareggio vale? E’ normale che tendo un po’ di più verso coloro che sono stati i miei compagni di squadra di recente.

Tifo per il primo gol stagionale di Sbaffo. So quanto tutti ci tengono. Uno come lui renderebbe la vita facile a qualsiasi compagno di squadra. E’ stato un piacere giocarci insieme». 

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