La traviata transgender senza scandalo, solo applausi al debutto di Fano. Ottime le tre voci di Violetta, bene direttore e coro

La traviata transgender senza scandalo, solo applausi al debutto di Fano. Ottime le tre voci di Violetta, bene direttore e coro
La traviata transgender senza scandalo, solo applausi al debutto di Fano. Ottime le tre voci di Violetta, bene direttore e coro
di Fabio Brisighelli
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Lunedì 6 Febbraio 2023, 04:30
Tanto tuonò che non piovve. Adattiamo al bisogno la nota massima atmosferica per significare come le apprensioni della vigilia per la Violetta transessuale de “La traviata” di Verdi, alla cui prima uscita abbiamo assistito l’altra sera al Teatro della Fortuna di Fano nell’ambito della programmazione della Rete Lirica delle Marche, non abbiano trovato significativi appigli nel pubblico presente in sala, che ha peraltro giustamente concentrato i suoi applausi finali nel direttore e nell’orchestra come nelle voci protagoniste e nel coro. 


Il rispetto della musica


Aldilà dell’ossequio (o meno) alla tradizione, l’importante per un allestimento innovativo, fino al limite della trasgressione, è che non prevarichi sulle ragioni sempre prevalenti della musica, che impone rispetto, soprattutto in un’opera come questa tanto cara al pubblico. E non ci sembra in tal senso che si sia andati fuori dal segno, tant’è che non si sono evidenziate contestazioni evidenti. Certo, la presenza ricorrente (come semplice mimo-attore) del suo doppio transgenico, della precedente (ma sempre consustanziale) personalità di Violetta che s’affaccia al ricordo come un inevitabile condizionamento della sua diversità esistenziale, per giunta in termini di alter ego anche sessuale; l’accenno visivo al sesso di prima, che per la protagonista incombe come una maledizione nell’esiziale condizione fisica della fine imminente, possono pure creare qualche turbamento ai custodi della tradizione.


Il cast


Ma va detto, in risvolto segnatamente musicale, che il bravo soprano che ne interpreta il ruolo, la cantante messicana Karen Gardeazabal, ce la mette tutta per essere all’altezza, per esprimere adeguatamente in corso d’opera le tre esperienze, le tre “voci” di Violetta, quella della gioia e della bellezza nella libertà, quella del dolore per la forzata rottura di un rapporto sentimentale, quella del sacrificio sublimato dalla morte.

Apprezzabili, accanto a lei, anche se con personalità meno spiccata, le voci dei partners, l’Alfredo del tenore Valerio Borgioni e il Germont padre del baritono Vincenzo Nizzardo (che sostituiva l’annunciato Andrea Borghini).


Coro e Orchestra al top


Una nota di merito è da attribuire puntualmente all’efficace Coro del Teatro. Nel contesto, ci è piaciuta in modo particolare l’esecuzione dell’opera da parte del giovane direttore Enrico Lombardi, che alla guida dell’Orchestra Sinfonica Gioachino Rossini, pronta a seguirlo con duttile trasporto, ha dato prova di una spiccata sensibilità musicale, aperta a rilevare gli “accenti nascosti” della partitura, con una concertazione ora accorta e asciutta, ora vibrante e tagliente.

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