Niccolò Fabi sul palco al No Sound Fest di Servigliano: «La mia musica è un lungo viaggio»

Niccolò Fabi
Niccolò Fabi
di Chiara Morini
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Giovedì 2 Settembre 2021, 09:16

SERVIGLIANO - Sarà Niccolò Fabi ad emozionare il pubblico presente al No Sound Fest di Servigliano questa sera. Il cantautore romano salirà sul palco del Parco della Pace, alle ore 21,30 (info 085 9047726), per la tappa del suo tour 2021. 


Niccolò Fabi, la tappa di Servigliano è tra le ultime del tour. Che emozioni ha avuto finora? 
«Dal mio punto di vista personale sta andando bene, è tutto bello. Si incontrano persone, i luoghi sempre diversi, l’atmosfera, i concerti che facciamo riescono. Del resto quando lavoro bene, con tutti quelli che mi assistono, il risultato non può che essere soddisfacente».

 
Porterà solo i brani di “Tradizione e Tradimento”, o ci sarà anche altro? 
«Sì, ci saranno anche altri brani. L’album era uscito nel 2019, avevamo iniziato a promuoverlo, in tour, poi è arrivata la pandemia. Abbiamo ripreso ed è per questo che ho deciso di scegliere brani da quel repertorio, ma anche dal resto della mia produzione musicale».


Come sarà lo spettacolo?
«Quando ho fatto una scelta, in genere non la cambio. È un po’ come in letteratura: quando si scrive un libro e si scelgono i capitoli, poi non li cambi. C’è sicuramente un punto di partenza, e un punto di arrivo. Il pubblico di certo nelle due ore di concerto non si annoierà, sarà emozionante». 


La sua canzone preferita? 
«Difficile scegliere i brani che amo di più. Vede, ora dopo anni c’è molto più equilibrio rispetto agli inizi. Prima c’era una certa disomogeneità tra me e quello che voleva il pubblico.

Ora invece mi piace fare anche quello che vogliono gli spettatori. Forse, se proprio devo scegliere, le direi che “Una mano sugli occhi” è la canzone che ha una particolare importanza nel percorso dello spettacolo. Un momento emozionante, una serata in cui canteremo anche alcuni brani dei compagni di viaggio che saranno sul palco».


Le emozioni e i messaggi che trasmette con questo tour?
«Nessuno in particolare. Non credo di essere un modello di comportamento, e se lo sono è senza volerlo. Di certo io ho un mio stile, e questo è indubbio. In genere, ritengo che quando si sale sul palco si finisce per diventare la somma di quello che si scrive sui social, di quello che si canta, e tutti questi elementi contribuiscono a costruire un modo di essere». 


Quanto ritiene importante, per lei e per il suo pubblico, la musica?
«Tanto. È importantissima. Da quando è diventata registrabile amplifica lo stato emotivo, e può anche essere di conforto. Il concerto è come un “appagamento spirituale”, dà quella carica, quel momento di energia, che uno spettacolo ha sempre dato. La rappresentazione scenica è nata proprio per assolvere al desiderio umano di spettacolo. Due sono i valori della musica, quindi. La performance, e l’ascolto intimo delle canzoni».


Arriverà qualche novità? 
«Se con novità intende un disco no. Non è previsto. Però il desiderio di novità c’è, è la stessa vita che ce lo chiede quando ci spinge a lavorare per cose nuove. La voglia di novità c’è ma al momento niente che si possa raccontare. Dopo la tourneè raccoglierò i miei pensieri».

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