È vero che è riuscito a spostare il giorno del match?
«Sono molto grato agli amici della nazionale perché inizialmente era previsto che la partita di Senigallia si svolgesse di sabato, ma quando ho detto che ci tenevo a giocare, tutti hanno acconsentito a spostare la partita alla domenica. Li ringrazio di cuore per aver tenuto conto dei miei impegni televisivi».
Lei conosce bene la spiaggia di velluto: fra le centinaia di concerti nelle maggiori piazze italiane ci sono anche le sue esibizioni, alla Rotonda a mare e al Foro Annonario.
«Ho una voglia matta di tornarci, perché Senigallia è una cittadina che conosco bene e mi piace molto, ma soprattutto perché lì ho un sacco di amici».
Ha debuttato con un nuovo spettacolo ai primi di febbraio al Teatro Greco di Roma, in “Pur di fare musica”. Ha avuto un mese intensissimo di lavoro, eppure il primo pensiero è per la Nazionale Cantanti?
«Per me la dimensione della solidarietà è molto importante perché credo di sapere il motivo per cui dovunque arriviamo da trent’anni facciamo sempre il pienone di pubblico. Sono convinto – spiega - che la gente viene a vederci fregandosene di come giochiamo a pallone. Nella squadra non vedono le nostre personalità singole, ma sentono che in quel momento rappresentiamo un pezzo di Italia perbene, che per fortuna esiste ancora».