Cinghiale centra un’auto in corsa, si chiude la causa dal giudice di pace: ora la Regione deve risarcire i danni

Cinghiale centra un’auto in corsa, si chiude la causa dal giudice di pace: ora la Regione deve risarcire i danni
di Pierpaolo Pierleoni
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Venerdì 13 Agosto 2021, 02:40

FERMO - Lo scontro con il cinghiale in mezzo alla strada? Colpa della Regione. Questa la decisione del giudice di pace di Fermo, l’avvocato Giuseppe Fedeli, che potrebbe aprire la strada a molte altre cause dello stesso tipo, visto che gli episodi, in particolare nell’arco dell’ultimo anno, si sono letteralmente moltiplicati. Nella sentenza, pubblica nella giornata di ieri, è stata condannata la Regione Marche a risarcire i danni subiti dall’auto di una signora di Fermo, P.P., e a pagare anche le spese legali.

 
La dinamica
Al volante, quando è avvenuto l’impatto con l’ungulato, c’era il marito della proprietaria, F.G. Nella causa civile, la donna era assistita dall’avvocato Marco Belli del foro di Macerata. L’incidente risale all’aprile del 2019. L’automobilista guidava lungo la provinciale Faleriense, Campiglione-Amandola, in direzione monti. All’altezza di Piane di Rapagnano, l’uomo ha trovato all’improvviso la carreggiata invasa da un cinghiale, sbucato dalla scarpata sulla destra, rispetto al senso di marcia. L’animale ha urtato la parte anteriore del veicolo, provocando danni alla carrozzeria quantificati in 2.500 euro. Tanta paura, ma per fortuna nessuna conseguenza fisica per il proprietario del veicolo. A redigere il verbale ed effettuare i rilievi di rito, i carabinieri della compagnia di Fermo.


La ricostruzione
Il legale è riuscito a provare, nel corso della causa, che la Regione fosse a conoscenza dei pericoli in quel tratto di strada, perché il luogo in cui si è verificata l’invasione era già stato teatro di incidenti con animali selvatici.

Nonostante i precedenti, non sono stati presi provvedimenti tesi ad impedire il ripetersi di attraversamenti. Sotto questo profilo si apre un capitolo piuttosto ampio. Il rimedio più elementare è la semplice segnaletica stradale, che dovrebbe allertare gli automobilisti del potenziale passaggio di animali lungo la carreggiata quando si attraversano aree frequentare da animali. Ma negli ultimi anni si stanno via via sperimentando anche altre soluzioni. La Regione Toscana, sotto questo aspetto, è quella più avanti ed i risultati sono molto incoraggianti. C’è ad esempio il safe crossing, che consiste nel posizionamento di sensori in grado di rivelare se ci siano animali selvatici nei pressi della sede stradale, e dissuasori acustici che li spaventano facendoli scappare. In alcune aree sono stati anche previsti sottopassi e sovrappassi con cunicoli dedicati, proprio per lasciare uno sbocco “sicuro” alla fauna.


Le scelte
Di fatto, secondo il giudice, nessuna delle misure possibili sarebbe stata adottata, da qui la decisione di condannare l’ente a ripagare i danneggiati di tutti i costi sostenuti. Anche se la strada è provinciale, la competenza in materia rimane a carico della Regione in base alla riforma Delrio. Senza dubbio una decisione interessante, se si considerano i numerosi incidenti, con un trend in chiara crescita, causati da animali selvatici. Un verdetto, quello emesso dal giudice Fedeli, che potrebbe aprire un filone e veder moltiplicarsi le richieste di risarcimento per situazioni analoghe.

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