Stricagnoli, virtuoso della chitarra, al Mugellini Festival a Potenza Picena: «Suono anche con il coltello da cucina e con i piedi»

Stricagnoli, virtuoso della chitarra, al Mugellini Festival a Potenza Picena: «Suono anche con il coltello da cucina e con i piedi»
Stricagnoli, virtuoso della chitarra, al Mugellini Festival a Potenza Picena: «Suono anche con il coltello da cucina e con i piedi»
di Chiara Morini
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Domenica 8 Ottobre 2023, 07:10 - Ultimo aggiornamento: 11:52

POTENZA PICENA - Sarà il virtuoso chitarrista italiano Luca Stricagnoli il prossimo ospite musicale del Mugellini Festival: il concerto del musicista che usa una chitarra a tre manici di cui uno rovesciato, già esibitosi ieri sera ad Ascoli Piceno, si svolgerà nella cappella dei Contadini a Potenza Picena, oggi, domenica 8 ottobre, alle ore 17,30. Abbinata al concerto la mostra delle opere di Andrea Silicati. 


Luca Stricagnoli, che programma eseguirà? 
«Spazierò dalle cover di brani che mi piacciono a composizioni originali, suonando con diverse tecniche. Magari anche con il coltello da cucina e con i piedi». 

 
Modi strani…
«Quando io incontro ostacoli vado a trovare soluzioni che mi permettono di suonare come voglio, di colpire le corde anche in modi particolari come questi. A volte arrivo quasi al paradossale, ma ad esempio con i piedi eseguo solamente un pezzo».
Lei suona il Fingerstyle, si dedica anche al fingerpicking?
«Il picking è una particolare tecnica compresa nel fingerstyle, ma io non suono con il picking. Io in genere suono tutta la chitarra, ma per il fingerstyle mi dedico a uno stile percussivo». 
È difficile suonare una chitarra dal triplo manico?
«Difficile sì, ma non è necessariamente diversa dalle altre, se uso un barrè che faccio con il taglio della mano, o il gomito per la parte delle percussioni».
Per la chitarra a tre manici si è ispirato a Steve Vai?
«Per la verità ce ne sono anche con più manici, ma per la mia no, non mi sono ispirato a Vai, come lui di sicuro non ha pensato alla mia. Le nostre due chitarre a tre manici sono diverse, io suono i tre manici contemporaneamente, in molti invece li suonano alternativamente. Nella mia c’è il primo manico invertito della storia, in questo modo posso anche fare il tapping o molte altre cose».
Quando ha scoperto questa grande passione per la chitarra? 
«Avevo 10 anni quando mi sono innamorato di questo strumento, che suonavo tutti i giorni. Era una chitarra classica. Poi a 16 ho lasciato e ho iniziato a fare judo: un amico mi ha mostrato un video di un artista che faceva un fingerstyle, mi ha colpito, l’ho voluto imitare e sono poi arrivato fin qua». 
Ha deciso di aprire un canale YouTube, come mai? 
«C’era il boom del fingerstyle qualche tempo fa e il video di un artista fu pubblicato in tutte le home page di YouTube dalla casa discografica. Ho scritto all’etichetta mandando un arrangiamento e mi hanno pubblicato. Il riscontro è stato molto positivo». 
Lei ora vive negli Usa, ma è emozionato di tornare in Italia per suonare?
«Sì, vivo a Nashville, negli Usa, e quando torno per me è una grande gioia. Non è facile avere una carriera musicale del mio livello in Italia, io ho suonato un po’ ovunque, dappertutto, ma il primo tour in Italia l’ho fatto a dicembre, lo scorso anno. Ho visto la mia famiglia dopo 10 mesi e, suonando in Italia, posso parlare in italiano anche durante le interviste!».
Cosa direbbe ai giovani chitarristi che vogliono intraprendere la carriera musicale? 
«Senza dubbio direi a tutti di provarci. Per quanto bello però il mondo della musica non è facile».
Ha un mito a cui si ispira? 
«Forse agli inizi era Andy McKee, ma ora devo dire di no.

Forse perché essendo del mestiere capisco le differenze tra tutti, non so. Comunque ce ne sono tanti che mi piace ascoltare».

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