Renzi di Proscenio: «Il teatro, un vero toccasana per i ragazzi»

Marco Renzi di Proscenio Teatro Ragazzi
Marco Renzi di Proscenio Teatro Ragazzi
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Lunedì 2 Novembre 2020, 06:25

PORTO SAN GIORGIO - Al momento i teatri sono chiusi. Ma c’è chi non si perde d’animo: Marco Renzi, anima di “Proscenio Teatro Ragazzi”, era stato tra i primi a ripartire (a giugno) dopo il lockdown e, se non ci saranno ulteriori provvedimenti, potrebbe essere di nuovo tra i primi a ricominciare con le rassegne di teatro per ragazzi. 
Renzi, come vive questo periodo di incertezza? 
«Con tanto realismo e alla giornata. Ho comunque attivato la campagna abbonamenti per le stagioni domenicali di teatro per ragazzi, al momento già fissate. Attendo con fiducia». 
In che senso fiducia?
«Le rispondo con gli slogan del manifesto, che ho messo perché rappresentano il mio pensiero: “Il teatro è un luogo sicuro dove fermarsi ad ascoltare storie. Quello che si potrà fare faremo”».
Cosa aveva già in cantiere? 
«Al momento sono due le stagioni già fissate. A Porto San Giorgio si dovrebbe cominciare il 6 dicembre, a Montegranaro l’inizio è previsto il 16 gennaio. Poi ci sono contatti per l’organizzazione di rassegne di teatro ragazzi a Fermo, Montegiorgio e Civitanova. Per queste ultime città, però, non è ancora stato ufficializzato nulla».
Perché ritiene importante il teatro per ragazzi? 
«Quella presente è una situazione difficile. Ritengo che il mio, così come quello del teatro per ragazzi in genere, sia un servizio utile per i più piccoli, in un momento difficile per loro, i più colpiti già durante il periodo di chiusura obbligata della scorsa primavera. Già fanno lezioni online, già giocano online, avere un servizio dal vivo, uno spettacolo non può che far loro bene». 
Cosa pensa dei teatri chiusi? 
«Non faccio vittimismo, rilevo però che siamo un settore poco considerato. Vedremo come andrà, in questo senso, per il futuro». 
A giugno siete stati i primi a riaprire… 
«No, forse i secondi, visto che a Pesaro hanno cominciato a mezzanotte del primo giorno di riapertura. Col teatro per ragazzi forse sì, con la rassegna di Marameo. Dovevamo fare spettacolo al pomeriggio, all’aperto, ma poi il maltempo c’ha messo lo zampino».
E ora?
«Non mi faccio o creo illusioni, ma voglio comunque lanciare un appello a chi deve organizzare: proviamo a vedere. Già un sostegno dallo stato c’è stato. Rimaniamo in attesa fino al 24 novembre, poi se riusciremo torneremo, altrimenti si finirà alla stagione estiva».
In primavera sono state molte le attività online. Pensa di fare qualcosa adesso? 
«No, io no. La prerogativa del teatro è presenza. Lo streaming o l’online sono solo un surrogato. Se poi si volesse davvero farlo online bisogna investirci parecchio per avere un prodotto di qualità. Tanti soldi per le attrezzature foniche, o per telecamere, per fare progetti seri. Per scelta le ribadisco il mio no. Tuttavia nel precedente blocco di primavera ho raccontato alcune storie».
Pensa di rifarlo ora? 
«Online no. Spero di fare spettacoli dal vivo».
Un saluto ai baby spettatori? 
«Loro mi aspettano e io li aspetto nei teatri.

Torneremo a riabbracciare il nostro pubblico di famiglie».

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