"Moliere: la recita di Versailles” a Fano
Paolo Rossi pronto all'improvvisazione

Paolo Rossi in "Moliere: la recita di Versailles”
Paolo Rossi in "Moliere: la recita di Versailles”
di Massimo Foghetti
3 Minuti di Lettura
Lunedì 1 Febbraio 2016, 20:28
FANO - Il teatro è una componente fondamentale del Carnevale, le più note maschere carnevalesche sono tutte nate all'interno di rappresentazioni teatrali, quali personaggi buffi e spesso trasgressivi. Quindi non poteva mancare un grande comico al Carnevale di Fano che non si limita a organizzare solo la grande sfilata di carri allegorici, ma propone anche iniziative culturali come commedie, mostre e convegni. Il 2 febbraio, alle ore 21, al Teatro della Fortuna, con repliche programmate anche per il 3 e il 4 (giovedì grasso), sarà di scena Poalo Rossi interprete della commedia "Moliere: la recita di Versailles”, una produzione curata dal teatro stabile di Bolzano, per la regia di Giampiero Solari su canovaccio di Stefano Massini. Tuttavia il testo lascia ampia spazio alla improvvisazione. 

"E' questa la scommessa - ci ha detto Paolo Rossi - che abbiamo giocato sul lavoro nell'intento di dare a esso ogni volta che viene rappresentato un brio diverso. Non è difficile improvvisare battute quando si recita un monologo, l'attore sa da dove è partito e dove vuole arrivare; ma quando l'improvvisazione coinvolge anche gli attori di tutta la compagnia, il gioco si fa più arduo, seppure non meno interessante. L'improvvisazione comunque non significa andare tutti allo sbaraglio, per coordinarne le fila, sono stati organizzati laboratori per 12 persone". E proprio 12 sono gli attori di una compagnia che, come quella di Moliere, recita alla corte di Versailles. 
Come mai Paolo Rossi, così pungente nelle sue elaborazioni teatrali, provocatorio ed esilarante al tempo stesso propone un classico come Moliere? “Perché - ha risposto con disarmante sincerità il comico - bisogna pur mangiare. In realtà - ha precisato - così risponderebbe lo stesso Moliere, quale capocomico della sua compagnia di teatranti: egli ha i suoi problemi, le sue preoccupazioni, i suoi progetti, ma prima di tutto deve farsi carico delle esigenze dei suoi attori, a i quali deve assicurare il sostentamento quotidiano”. 

Il tutto però è finzione, Paolo Rossi nell'interpretare il suo ruolo si sdoppia, a volte è Moliere, a volte è lui stesso, come il grande drammaturgo francese si sdoppiava nell'incarnarsi nei suoi personaggi. Il rapporto tra l'uomo Moliere e le sue opere era infatti strettissimo, proprio come accade in questa nuova commedia che vuol essere un anarchico viaggio mel tempo intessuto da folgoranti estratti di almeno tre capolavori, come "Il Misantropo", "Il Tartufo" e "Il Malato immaginario". 

"La tecnica - ha aggiunto Rossi - è quella di far conciliare all'interno di chi recita tre figure: quella dell'attore, del personaggio e della persona, un compito non facile, dato che ciascuna delle tre può avere caratteri diversi, ma bisogna tenere conto che chi li esprime è sempre uno. Questo tuttavia sollecita il pubblico a non assistere passivamente a quanto accade sul palcoscenico, ma lo rende attivo, partecipe, quasi una componente fondamentale della commedia stessa". E tutto questo avviene grazie anche alle mani in pasta di un grande regista: Giampiero Solari. "Senza di lui - ha detto Rossi - questa grande magia non si sarebbe compiuta".
© RIPRODUZIONE RISERVATA