Il musicista, la scrittrice, il regista, l'attrice e il sindaco: i marchigiani nel salotto di Costanzo: «Ecco cosa ci diceva»

Il musicista, la scrittrice, il regista, l'attrice e il sindaco nel salotto di Costanzo: «Ecco cosa ci diceva»
Il musicista, la scrittrice, il regista, l'attrice e il sindaco nel salotto di Costanzo: «Ecco cosa ci diceva»
di Chiara Morini
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Sabato 25 Febbraio 2023, 05:25

ANCONA - Una grande cultura, un’affabilità rara, la capacità di parlare con i primi e con gli ultimi con lo stesso tono: complice, ironico, partecipe. È il ritratto che affiora ascoltando i marchigiani che con Maurizio Costanzo hanno lavorato e che ora ne piangono la morte. Costanzo aveva 84 anni, se ne è andato ieri dopo una vita trascorsa tra radio, teatro, libri ma soprattutto televisione, che ha rivoluzionato a partire dal 1976 con il primo talk show: Bontà loro. 

 
Nel suo salotto non sono passati solo i grandi personaggi, ma si sono formate leve di artisti e operatori dello spettacolo: era un vero e proprio talent scout. Al Maurizio Costanzo Show hanno iniziato la Mabò band e Mattia Toccaceli. «Era il 1992 – ricorda Amilcare Pompei con la Mabò band – iniziavamo allora con il teatro di strada.

Chi ha chiamati per un passaggio, abbiamo un bel ricordo di lui, un uomo gentile. Il nostro sketch gli è piaciuto, e invece di esserci una volta sola, ci siamo rimasti circa quattro o cinque mesi, ci ha creati come personaggi. Grazie a Costanzo abbiamo conosciuto Enzo Iacchetti. Da lì, poi ci invitavano anche nei locali».

Ricordi degli inizi anche per Mattia Toccaceli, autore di video e tv, presentatore e regista, YouTuber e videoblogger di Castelfidardo. «Avevo circa 20 anni – ricorda Toccaceli – era il 2009, avevo appena fatto uno stage di sei mesi a Radio 2, e vedevo tanti personaggi». Costanzo non era un personaggio come gli altri, questo il suo ricordo. «Quando lo vidi – commenta – mi accorsi che davanti non avevo il “personaggio”, ma un uomo di storia. Mi dicevano che se non gli fossi piaciuto, lo staff me lo avrebbe detto, altrimenti sarebbe stato in silenzio. Non disse nulla. Ricordo che portavo sul palco “mostri sacri”, come De Sica, Vianello, Pupi Avati. E una volta, ricevetti una pacca sulla spalla, mi girai ed era Costanzo. Ero l’ultima ruota del carro vero, ma ebbi comunque la possibilità di capire che era un uomo dalla grande aura, e ogni personaggio gli diceva grazie. Parlando di Roma con lui, ho iniziato a tifarla».

Anche la giornalista e scrittrice Roberta Piergallini ha un vivido ricordo di Costanzo. Dice: «Per me era un mentore, un maestro. L’ho conosciuto nel 2005». C’era una trasmissione in cui si parlava di donne, e lei dal pubblico fu chiamata a parlare di stalking. Da ospite a collaboratrice in redazione. «Rimasi lì 2 o tre anni, e poi siamo anche diventati amici. Lui inquadrava subito le persone. Gli chiesi di fare la prefazione al mio romanzo, lui disse subito di sì. Era un uomo buono e generoso che non lesinava consigli».

La carriera di Costanzo ha toccato anche il teatro. Dice l’attrice Paola Giorgi: «La sua morte desta sgomento, perché le persone intelligenti e ironiche come lui sono merce rara. Un grande uomo di cultura, che ha nobilitato la comunicazione televisiva, relegando ai margini la superficialità che troppe volte la contraddistingue. Amava il teatro, ha scritto commedie, si è prodigato per la sua crescita e proprio lì lo abbiamo incontrato e conosciuto, anni fa, al Sistina, con mia figlia allora bambina».


Infine, nel ricordo, non possono mancare i politici. Il sindaco di Pesaro Matteo Ricci, ricorda quando lo incontrò «nel suo ufficio e al festival delle città organizzato a Roma, una bella serata. Una grande perdita, una figura che ha cambiato il giornalismo e il modo di fare tv e informazione». Tutti ricordano i portafortuna che regalava, piccole tartarughe che lui anche collezionava.

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