ANCONA Siamo più anziani della media, piuttosto sedentari e beviamo troppo, ma nonostante ciò l’aspettativa di vita dei marchigiani è più alta rispetto al trend nazionale. Il 25% dei residenti nella nostra regione ha infatti più di 65 anni, uno su 5 fuma, tra i giovani uno su 5 ha sperimentato l’ubriachezza a 15 anni, il 20% degli adulti fanno un consumo a rischio di alcolici e uno su tre fa poco movimento. Nonostante stili di vita migliorabili, nelle Marche la speranza di vita per le donne è di 85,1 anni (contro una media nazionale di 84,4), per gli uomini di 80,8 (79,7 in Italia).
Un diritto per tutti
Questa la radiografia sul profilo di salute dei marchigiani che emerge dai dati elaborati da Regione, Ars, e la ormai ex azienda sanitaria unica regionale in occasione della “Giornata mondiale della salute”, in calendario oggi. «Il tema è “Salute per tutti” e l’obiettivo è di promuovere il concetto che ogni persona, indipendentemente dalla posizione sociale o geografica, debba avere accesso a servizi sanitari di qualità - sottolinea l’assessore alla Sanità Filippo Saltamartini -con il Piano Socio Sanitario cerchiamo di farlo tagliando le liste di attesa con Cup provinciali e liste di garanzia, acquistando dai privati i servizi che ci servono e sono carenti».
La salute si preserva anche grazie ad un corretto stile di vita, come ad esempio fare movimento. Dal report della Regione scopriamo però che è sedentario il 32% dei marchigiani tra i 18 e i 69 anni ed il 34% di coloro che hanno più di 65 anni.
Le patologie croniche
Ma come stanno mediamente i marchigiani? Quattro su 10 presentano almeno 1 patologia cronica, 2 su 5 ne hanno 2 o più: le più ricorrenti sono le malattie cardio-cerebrovascolari, le malattie respiratorie e il diabete. Come sperimentato durante l’emergenza Covid, proteggersi con il vaccino è fondamentale. La copertura vaccinale per esavalente, e morbillo-parotite-rosolia è in costante crescita dal 2015 arrivando a sfiorare il 95%. Anche l’adesione agli screening è in crescita: quello alla mammella sfiora il 60%, il colon retto il 36%, alla cervice uterina il 45%.
«Intanto è stato esteso anche alle donne di età compresa tra i 45 e i 49 anni e tra i 70 e i 74 anni lo screening del tumore della mammella, tramite invito con cadenza biennale – spiega Saltamartini – gli inviti cominceranno a partire nel corso del mese di aprile, tra una settimana o al massimo 15 giorni. Effettuare le mammografie con cadenza biennale per la popolazione nella fascia 45 – 74 anni comporterà un aumento dell’attività potenzialmente pari al 63%: passeremo da 50 mila mammografie a circa 82 mila».
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