Filippo Graziani in tour con gli 8 inediti del padre Ivan: «In quelle canzoni trovate per caso c'è molto di lui ma anche tanto di me. E prima o poi lavorerò con Gualazzi»

A gennaio è uscito "Ivan Graziani - Per gli amici" che adesso il figlio propone in concerto insieme al fratello Tommy, chitarrista

Filippo Graziani in tour con gli 8 inediti del padre Ivan: «In quelle canzoni trovate per caso c'è molto di lui ma anche tanto di me»
Filippo Graziani in tour con gli 8 inediti del padre Ivan: «In quelle canzoni trovate per caso c'è molto di lui ma anche tanto di me»
di Totò Rizzo
4 Minuti di Lettura
Venerdì 5 Aprile 2024, 09:48 - Ultimo aggiornamento: 09:57

C’è la bellezza struggente della malinconia e la rabbia rockettara della ribellione, c’è il racconto cantautorale e il turbo ritmico della band, c’è insomma tutto Ivan Graziani in questo disco di otto inediti (“Ivan Graziani – Per gli amici”, Numero Uno/Sony)  –  uscito a 27 anni dalla morte dell’artista, fortemente voluto dai suoi due figli musicisti, Filippo e Tommy. Otto inediti scovati tra tanto materiale «ma erano più che dei demo, prodotti quasi belli e finiti, papà non avrebbe mai lasciato in giro tracce sparse, grezze, incompiute». E così, uscito il disco (Filippo ne è stato l’anima, Tommy il motore tecnologico che ha digitalizzato i suoni analogici), accolto con un bel riscontro in classifica, ecco Filippo (voce e chitarra) che ne porta in giro i brani per l’Italia (con Tommy alla chitarra; dopo il debutto di Milano, una decina di tappe, il 5 aprile a Roma, Stazione Birra, chiusura il 17 a Bologna, Bravo Caffè).

Ivan canta nel disco, Filippo lo ripropone live: le differenze?

«Il concerto è una versione più spinta, più rock di quello che si ascolta nel disco, c’è più pressione sonora».

L’impatto degli inediti sul pubblico.

«C’è la sensazione di familiarità dei fan con la musica di papà, ma anche la curiosità di viaggiare in terreni inesplorati.

Insomma, si tratta sempre di un debutto, sono canzoni che devono entrare nella memoria della gente. Vedremo quante e quali avranno maggiore tenuta».

La scoperta degli inediti sarà stata emozionante.

«Li hanno chiamati provini ma erano molto più. Il lavoro più complesso, di cui s’è fatto carico mio fratello, era far dialogare tra loro i macchinari oggi obsoleti su cui erano registrate le canzoni con la tecnologia contemporanea».

Erano solo otto brani o avete scartato altro materiale?

«Magari ci fosse stato altro materiale…».

La canzone che le è più affine l’ha già scoperta?

«Una preferita non c’è. Un’emozione diversa la provo cantando “La rabbia” dove papà parlava di me. Non so come e perché percepisse questa rabbia in me, ero comunque un bambino complicato».

Che altre affinità ha fatto uscir fuori questo lavoro?

«C’è sicuramente un trait d’union che è il modo di concepire le canzoni sul versante acustico e ritmico. Poi ho scoperto per caso che ascoltava musica che, più avanti negli anni, avrei ascoltato anch’io: era un patito dei T. Rex, aveva registrato le cover di “Telegram Sam” e “Children of revolution”».  

È ancora corretto definire Ivan Graziani il cantautore più rock della musica italiana di allora?

«Qui da noi spesso si semplifica etichettando. In realtà erano due facce della stessa medaglia. Credo che non esista cantautore che non abbia scritto una ballad rock così come non esiste rockband che non abbia nel suo repertorio una ballad».

Un nuovo disco di inediti di Filippo Graziani a quando?

«In questo momento sono soddisfatto così, tutto quello che sto facendo è esattamente quello di cui ho bisogno. So che vado in direzione contraria al mainstream ma c’è un pubblico che vuole ascoltare anche cose diverse: il fatto che quest’album sia arrivato in alto in classifica lo dimostra, nel mondo di in cui regnano lo streaming e Spotify c’è una fetta di mercato anche per questo».

Ma c’è un musicista italiano col quale le piacerebbe collaborare?

«Di solito mi piace lavorare insieme a musicisti che hanno un rapporto stretto col proprio strumento. Prima o poi di certo farò qualcosa con Raphael Gualazzi, sia perché è straordinario, sia perché ci conosciamo da sempre visto che suo padre Velio era insieme a mio padre nell’Anonima Sound».

Sanremo? Papà lo ha fatto due volte, il festival.

«In qualsiasi posto mi chiamino a suonare io vado».

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