Seun Anikulapo Kuti con la formazione degli Egypt 80 a Fano Jazz: «Aspettatevi il più grande spettacolo di sempre: noi siamo pronti»

Seun Anikulapo Kuti con la formazione degli Egypt 80 a Fano Jazz: «Aspettatevi il più grande spettacolo di sempre: noi siamo pronti»
Seun Anikulapo Kuti con la formazione degli Egypt 80 a Fano Jazz: «Aspettatevi il più grande spettacolo di sempre: noi siamo pronti»
di Elisabetta Marsigli
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Venerdì 28 Luglio 2023, 01:20 - Ultimo aggiornamento: 11:18
FANO - Uno straordinario finale per Fano Jazz By The Sea: domani, sabato 29 luglio, alle ore 21,30 sul main stage della Rocca Malatestiana, salirà Seun Anikulapo Kuti, figlio di uno degli artisti più influenti del XX secolo, Fela Kuti, “The Black President”, rivoluzionario, musicista e attivista nigeriano, inventore dell’Afrobeat. Con lui, la formazione degli Egypt 80, “la più infernale macchina ritmica dell’Africa tropicale”. 


L’icona


Fela Kuti è tutt’ora un’icona dell’Africa combattente che ritiene di potercela fare con le proprie forze e la propria cultura, contro l’ingiustizia, la corruzione, l’arroganza del potere. È questa la sensazione trasmessa anche dalla musica di Seun: «Voglio fare l’afrobeat per la mia generazione – commenta l’artista – invece che “alzati e combatti”, il messaggio deve diventare: alzati e pensa!». Sassofonista e cantante, Seun Kuti cita fra i suoi ispiratori Miles Davis, il musicista e poeta afro-americano Gil Scott Heron, i rapper Timbaland e Dr Dree, pur restando fedele allo spirito del padre. Nel proprio lavoro tiene conto della storia della black music degli ultimi anni, introducendo le inflessioni del rap e del new soul nel fragore della “locomotiva” dell’afrobeat.


La vocazione


La musica come vocazione: essere a 8 anni sul palco com Fela e gli Egypt 80 è stato, forse, quasi come avere più di un padre: «Non proprio. Voglio dire che, crescendo, mio padre è stato così immenso, nessuno poteva eguagliarlo ai miei occhi, in intensità e attenzioni per me». Forse è per questo che il desiderio di iniziare a suonare è nato molto presto nei pensieri di Seun, mentre la voglia di suonare l’afrobeat è arrivato molto più tardi: «Ho sempre saputo di voler suonare. Non ero uno di questi come Michael Jackson, che diceva spesso di non aver avuto un’infanzia felice e piangeva, con tutti i suoi milioni di dollari. Io seguivo mio padre in tournée e lo guardavo esibirsi. E pensavo: “Questo è quello che voglio fare da grande!” Non c’era nient’altro per me se non suonare musica. Da bambino sembra facile. Mio padre è sul palco che salta su e giù, suona la sua musica, fa quello che gli piace fare e viene pagato per questo. Sembra facilissimo no?».
Seun non smentisce che è suo padre la sua più grande ispirazione, seguito dal suo ambiente.

E anche il suo processo creativo nasce spontaneo: «È ancora un mistero per me: sento dei suoni nella mia testa e li trasformo in canzone».


L’energia


In un’epoca in cui l’afrobeat viene sempre più riscoperto e citato in molteplici ambiti musicali moderni, dall’hip hop alla techno ed a tutta la tropical music, Seun Kuti & Egypt 80 rappresentano l’autentica radice originale, ma rinvigorita da una giovane, contagiosa energia. E i suoi concerti sono energia pura, tanto che prima di registrare un brano, Seun lo “prova” sul palco: «Mi dà l’esatta dimensione della canzone, quello che ti manca mentre sei lì a scriverla, perché il pubblico ti aiuta molto a sviluppare il tutto. Quando nasce, la canzone è come un bambino: è quando la esegui dal vivo che diventa pronta, matura». Ma dall’illustre genitore Seun, ha ereditato non solo uno stile musicale e una band, ma anche la passione politica. Secondo lui l’afrobeat è cultura rivoluzionaria: «La musica è solo una parte di un quadro più ampio quando si tratta di qualcosa di rivoluzionario, ma è una parte essenziale, che può ispirare e creare teorie, nuove teorie per un nuovo mondo. Aspettatevi il più grande spettacolo di sempre a Fano: noi siamo pronti».

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