"Come saltano i pesci" conquista
anche Ancona: è un film da vedere

Foto di fan con il cast del film
Foto di fan con il cast del film
di Giovanni Guidi Buffarini
3 Minuti di Lettura
Mercoledì 6 Aprile 2016, 21:42
ANCONA - Il biglietto lo avevamo fatto un'ora prima. Per risparmiarci la fila più che prevedibile. Ci siamo ripresentati all'ingresso con dieci minuti di anticipo. E siamo stati costretti a farla lo stesso, la fila. Lunga. 

C'era un impenetrabile muro di folla davanti al Cinema Italia di Ancona. Tutti in coda per assistere alla proiezione di "Come saltano i pesci", presenti in sala il produttore Mario Tordini, la scenografa Laura Perini, l'attore protagonista Simone Riccioni, il regista Alessandro Valori (che non han parlato tanto e hanno ripetuto cose già dette in altre circostanze e ampiamente riportate su queste colonne). Per consentire a tutti di entrare, il film è partito con venti minuti di ritardo. 

Di fronte alla platea gremita, il produttore non ha nascosto la propria emozione. Realizzato interamente nelle Marche (le riprese si sono svolte ad Amandola, a Porto San Giorgio e, per l'epilogo, a Pedaso) in un anno circa di lavoro intensissimo e appassionato, "Come saltano i pesci" è un piccolo film (ma la limitatezza del budget davvero non si nota, complimenti al regista) di molti pregi e qualche perdonabile ingenuità. 

Cattura l'attenzione dello spettatore dal primo all'ultimo dei suoi 110 minuti. Inizialmente spiazzandolo, ché la storia si presenta frantumata, i pezzi del puzzle destinati a ricomporsi poco alla volta. Abbiamo dunque. 

1) Automobile semidistrutta. Un uomo si aggira (affranto? in stato confusionale?) sul luogo dell'incidente. 
2) Alcune scene di idilliaca vita familiare. Padre e madre ancora innamorati, due figli profondamente legati. Il ragazzo, provetto meccanico, sogna di essere assunto alla Ferrari, la sorella, intelligente e sensibilissima, ha "un cromosoma in più" (l'attrice si chiama Maria Paola Rosini, tempi comici perfetti, un fenomeno). 
3) Un (ombroso) adolescente su una barca ormeggiata al porto. A bordo anche un vecchio. 
4) Due ragazze scatenate rubano vestiti e raggiungono la villa dell'ennesimo rave party.

Queste sono le tessere del mosaico, e le lasciamo così, sparpagliate. Se non lo avete già fatto, andate a vedere il film, non resterete delusi. Tratta questioni profonde e complesse con leggerezza. Ogni tanto inciampando, s'accennava. Alcune righe di dialogo andavano cancellate senza esitazioni. "Si è scontrata con quello schifo di vita che tu le hai dato" non si può sentire. Nessuno parla così, dai (se non in un film italiano). 

In compenso, sono mica frequenti i film italiani che propongono personaggi così credibili e interessanti. Incluse le figure di contorno. La due vecchiette del paese strappano l'applauso. Sanno tutto di tutti, risolvono problemi. 
E che bello vedere un attore come Biagio Izzo cimentarsi in un ruolo drammatico invece di replicare per l'ennesima volta la macchietta dell'omosessuale da cinepanettone. 

La nostra sequenza preferita ha per coprotagonista una mucca. Attraversa stradina di campagna, una macchina la tira sotto. La Rosini si inginocchia, prega per lei, fa sbellicare. 
Assolutamente da vedere. 
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