FestivalVarco, Al Bano in concerto a Civitanova: «La musica è tutta la mia vita». Ha pubblicato 1.050 canzoni

Al Bano in concerto a Civitanova nell’ambito del FestivalVarco: «La musica è tutta la mia vita»
Al Bano in concerto a Civitanova nell’ambito del FestivalVarco: «La musica è tutta la mia vita»
di Chiara Morini
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Venerdì 4 Agosto 2023, 03:05 - Ultimo aggiornamento: 5 Agosto, 07:40
CIVITANOVA - Ha compiuto 80 anni, ma in realtà, come dice sempre anche lui, se ne sente quattro volte 20: Al Bano Carrisi sarà domani, sabato 5 agosto, alle ore 21,30, sul palco dell’arena Varco sul Mare di Civitanova Marche, nell’ambito del tour “È la mia vita”. Il concerto, valido per il FestivalVarco, è organizzato da azienda teatri, Comune e Futura Unisce (info: 0733812936).
Al Bano, di nuovo in tour...
«Vede il miglior copione che Dio potesse darci è il pubblico, e questo l’ho imparato da Celentano, con cui sono stato in tour nel 1975 e 1976, poi anche con i Rolling Stones, nel 1977. I due tour erano diversi: nel primo c’era più inventiva e lo preferivo». 
Ha pubblicato 1050 brani: difficile scegliere quali cantare? 
«No, c’è l’imbarazzo della scelta, per me è facilissimo e scelgo senza problemi, è anche salutare per me. Vede considero il pubblico come una sorta di “padre” e la mia voce come una sorta di “madre”. Conta questo». 
In quanti paesi, a parte l’Italia, ha cantano nella sua carriera?
«Premetto che nel 1968 andai a Sanremo, tutti dicevano che avrei vinto, poi invece è arrivato primo Carlos. Ho iniziato a capire che potevo e dovevo essere emigrante e ho accettato alcune proposte all’estero. Devo dire che ho fatto molto bene perché queste esperienze poi mi hanno dato tanto, ho imparato molto. Rispondendo alla domanda, forse farei prima a dirle quali sono quelli che non ho visto. La Mongolia, per esempio, dovevo andare ma poi all’ultimo il Covid ha bloccato tutto, è stato un vero disastro». 
Il o i ricordi più belli della sua lunghissima carriera? 
«Ce ne sono tanti, davvero. Potrei però raccontarle di quando è uscito il mio primo disco, è stato un momento magico, avevo in mano la solidità. Avrò forse venduto solo cinque copie, ma era il primissimo, emozionante. Il primo posto è arrivato dopo il quarto disco». 
Tra gli artisti di oggi, chi pensa potrà esserci fra sessant’anni e più? 
«Vede, io canto, faccio bene il cantante, non saprei che dirle: oggi viviamo in un mondo strano. Ci sono però artisti che mi piacciono, guardo per esempio a Marco Mengoni o Tiziano Ferro che mi aveva invitato anche alla sua data di Bari, ma io ero altrove e non ho potuto esserci». 
Dove sta andando la musica italiana?
«Siamo nell’epoca in cui tutto è computerizzato, è musica artificiale, è la musica di oggi. In passato scrivevano artisti come De Gregori o Guccini, Modugno o Carosone, quelle erano epoche. La musica è lo specchio dei tempi». 
Com’è stato recitare in passato?
«Sto recitando anche mentre rispondo, faccio la parte dell’intervistato che racconta. Bisognerebbe dialogare di più con le parole e non farlo con le armi».
Ha fatto tutto quello che voleva o le manca ancora qualcosa?
«Non credo. I miei anni sono 4 volte 20 e ancora qualche sera fa sono salito sul traliccio del palco, con il microfono in mano, lo faccio da una vita. Sapesse come è bello vedere le 5 o 10mila persone che sono giù tutte con lo sguardo verso di me».
Ci sale mentre canta? 
«Sì, con il microfono a gelato». 
Al Bano e le Marche? 
«Ho tanti amici, ricordo in particolare il mio primo sarto, Vittorio».
Le ha visitate?
«C’è l’imbarazzo della scelta su cosa vedere. Come in tutta Italia, del resto».
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