Martina Gatto protagonista in “See Primark and die” al Panettone di Ancona: «Adoro la comicità di Dowie»

«Affronta la tematica del consumismo che ci riguarda un po’ tutti e lo fa con un’ironia tagliente»

Martina Gatto protagonista in “See Primark and die” al Panettone di Ancona: «Adoro la comicità di Dowie»
Martina Gatto protagonista in “See Primark and die” al Panettone di Ancona: «Adoro la comicità di Dowie»
di Chiara Morini
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Mercoledì 17 Gennaio 2024, 02:30 - Ultimo aggiornamento: 11:52

«Cosa succederebbe se un giorno, svegliandoti, non riuscissi più a comprare nulla?». É la domanda, o meglio la situazione in cui si trova la protagonista di “See Primark and die”, spettacolo originale della britannica Claire Dowie, che nella versione italiana vede in scena Martina Gatto, per la regia di Dafne Rubini. Lo spettacolo è in programma sabato, 20 gennaio, alle ore 21 al Teatro Panettone di Ancona.

Martina Gatto, perché ha deciso di dedicarsi a questo spettacolo?

«Adoro la comicità di Dowie, perché affronta tematiche che ci riguardano un po’ tutti e lo fa con un’ironia tagliente che per me è un onore rappresentarla». 

Di cosa tratta quindi il testo?

«L’autrice fa una disamina sulla società capitalistica e consumistica, intendo dire tutti quei prodotti super scontati che finiscono per accentuare il problema del consumismo. Da un lato questo, dall’altro il popolo che grida al rispetto ambientale e Dowie finisce addirittura per dire che si potrebbero chiudere i cimiteri, creando bare di cartone da mettere semplicemente sottoterra. Provocazione, certo, ma lei se la prende con tutti, critica chiunque, nessuno escluso. E non dà via di scampo, si arriva all’estremo finché non si riesce più a entrare in un negozio e si rifiuta di comprare qualunque cosa. Scenario drastico».

É questo il senso del titolo “See Primark, and die”, letteralmente vedi Primark e muori?

«Intende dire che la protagonista si vede soffocata dal consumismo, non riesce più a comprare niente, e quindi finisce per morire».

E l’online?

«Dowie ha scritto il testo dieci anni fa, quando l’e-commerce c’era ma non era così sviluppato.

Oggi il problema è solo aumentato».

Oltre a essere attrice, lei è anche conduttrice televisiva: cosa preferisce fare?

«Il mio primo amore è il teatro e il primo amore non si scorda mai. Vorrei poter vivere solo di quello, ma non è facile e quindi finisce di essere un amore-odio, perché oggi fare teatro da indipendenti è difficile. Per questo ora lavoro anche come conduttrice sulla tv Cusano Italia».

Lei di dove è?

«Sono una vera italiana, in me si mescolano nord e sud: sono nata a Trieste, cresciuta a Pescara, mio padre pugliese, da 13 anni vivo a Roma».

Cosa l’ha ispirata a lavorare nel mondo dello spettacolo?

«Da ragazzina i film Grease e Sister Act mi hanno ispirato molto. Lì ho iniziato a capire che poteva piacermi fare l’attrice, ma non solo. Essere parte del processo creativo di uno spettacolo. Quindi frequentando le scuole superiori a Pescara, c’era un corso pomeridiano di teatro e lì ho capito che quella era davvero la mia passione. Sono quindi andata a Roma e lì ho cominciato a fare la gavetta: ho avuto la fortuna di collaborare con diversi personaggi, come per esempio Pino Quartullo, Sabrina Ferilli, Lillo e Greg e altri».

Il suo sogno nel cassetto?

«Posso dirlo, lo apro il cassetto: magari un giorno sarebbe bello andare a Sanremo e presentare il festival».

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