Le prove
«Noi abbiamo la prova acquisita con l'accesso agli atti che nessuna somma derivante dagli acquisti dei pandori sia stata destinata a queste finalità – scandisce Rienzi – per cui è tutto falso e tale da alterare la capacità di acquisto prima e di donare poi del consumatore». Che spiega: «Il bonifico di 50 mila euro di Balocco era di maggio e quindi precedente e non ha alcun rapporto causale con le vendite del pandoro; non è un versamento conseguente alla generosità e beneficenza di un numero considerevole di consumatori che hanno invece comprato il pandoro vittime di un palese inganno».