Il candidato sindaco Scaramucci: «Vogliamo fermare il declino di Urbino. Possiamo creare lavoro e benessere»

Il candidato sindaco Scaramucci: «Vogliamo fermare il declino di Urbino. Possiamo creare lavoro e benessere»
Il candidato sindaco Scaramucci: «Vogliamo fermare il declino di Urbino. Possiamo creare lavoro e benessere»
di Eugenio Gulini
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Sabato 10 Febbraio 2024, 05:55 - Ultimo aggiornamento: 11:29

Federico Scaramucci, 44 anni, operatore turistico, già segretario del Pd di Urbino, è il candidato sindaco della coalizione di campo largo del centrosinistra “La città che verrà”: che cosa si propone di fare per Urbino?

«Voglio far tornare la città protagonista per tutto il territorio. Abbiamo il dovere di pensare ad una città per i prossimi 20 anni e non solo per un cosiddetto “terzo mandato di 5 anni” perché forse qualcuno (Gambini ndr) pensa che possa rimanere tutto così com’è. È il momento di rimboccarsi le maniche per costruire un’alternativa convinta ed entusiasta. La proposta è focalizzata su come fermare il declino e rendere Urbino una città attrattiva. Vogliamo proporre un patto alla città, partendo da quello che Urbino è, ma provando ad immaginare quello che Urbino sarà da qui in avanti».

Quali sono i suoi principali progetti?

«Abbiamo le idee molto chiare: la sanità, la formazione, il nuovo turismo sono tre le nostre priorità.

Le riferisco i primi tre piani che dovremo sviluppare: promuovere un’economia basata sulla qualità della vita (a partire da una maggiore tutela della nostra sanità e del nostro ospedale); valorizzare la città ed il territorio come luogo di formazione e riportare abitanti e imprese (collaborando a tutto campo con l’università e rivedendo le politiche urbanistiche per l’offerta abitativa); sostenere l’economia locale e incentivare il turismo (ho lavorato tanto in questo campo. Ci sono infinite opportunità per la nostra città, soprattutto per creare lavoro). Da oggi inizieremo una serie di incontri, “un viaggio da fare insieme alla città”. Abbiamo un cantiere aperto di progetti, che sarà aperto al contributo di tutti».

E la priorità qual è?

«Urbino è una città dove coesistono residenti, studenti, turisti, lavoratori e dove è necessario un contemperamento di interessi tra le parti. I cittadini devono essere custodi attivi di quello che ci è stato affidato per realizzare il sogno di una città che si prenda cura di sé stessa, in particolare dove la comunità deve diventare protagonista del suo futuro e non spettatrice, liberando le energie nascoste, producendo senso di appartenenza e fiducia reciproca».

In che cosa si propone di fare meglio rispetto l’amministrazione Gambini?

«Nel metodo, ma anche nel merito. La vita dei cittadini negli ultimi 10 anni non è migliorata. La sanità ha funzionato peggio e l’ospedale non è stato tutelato. La volontà di pensare alla produttività del turismo urbinate e la valorizzazione della città non coincide con la volontà di permettere la costruzione di una discarica a due passi da Urbino: questi sono fatti. Io mi metto in ascolto: la risposta degli urbinati è molto chiara: si può e si deve fare diversamente».

Perché si è messo in gioco?

«Perché amo sinceramente Urbino e gli urbinati. Ho la consapevolezza di cosa si può fare. Questa è la mia città, questa è la mia comunità. Ho avuto la fortuna di poter viaggiare tanto ma sono sempre tornato e non sono mai andato via. Qui ho costruito la mia famiglia ed il mio lavoro, le mie attività e nuove opportunità per la città e il territorio».

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