Riceci, il no doppio di Aguzzi: «Se Hera ha bisogno della discarica se la faccia a Bologna dove ha sede»

L'area individuata per la realizzazione della discarica di Riceci
L'area individuata per la realizzazione della discarica di Riceci
di Véronique Angeletti
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Venerdì 9 Giugno 2023, 03:50 - Ultimo aggiornamento: 12:33
URBINO La discarica di Riceci a Gallo di Petriano con vista sulla Città Ducale patrimonio Unesco, a Stefano Aguzzi sia come assessore regionale all’ambiente, sia come esponente di Forza Italia, partito nel consiglio della Provincia proprio, non va giù. Da assessore, il suo veto è saldamento ancorato al rispetto delle leggi regionali mentre come politico, il suo “no” si basa sul principio che la pianificazione dei rifiuti la definiscono i sindaci a nome dei cittadini all’interno dell’Ata ed è impensabile lasciarla decidere al privato, al socio di minoranza (46,7%), ad Hera, che sostiene «dover ragionare con gli utili e la holding essendo quotata in Borsa, a favore degli azionisti». Ricorda che sono diversi mesi che il piano dei rifiuti della Provincia è continuamente rinviato.  


L’altro percorso


«Come Regione – spiega Aguzzi - abbiamo cercato di imporre una programmazione, 50 kg di rifiuti speciali ogni quintale di rifiuti urbani, affinché arrivino meno rifiuti speciali da fuori regione mentre nelle discariche gestite da Marche MultiServizi erano presenti in quantità ben superiori. La risposta dei sindaci è stata che avrebbero fatto ricorso al Tar. Il che non si è verificato perché abbiamo convenuto diversamente ma confesso mi è pesato anche perché ci vedevo la mano lunga di Marche MultiServizi che, come azienda, voleva un percorso diverso.

Ragionamento che ho più volte condiviso avvertendo il presidente Paolini e alcuni sindaci che è la politica che deve governare sul territorio e non un privato che, in un modo comunque del tutto legittimo, avevo il sospetto cercasse di fare prevalere i propri interessi». Un sospetto che l’altro ieri, è diventato una certezza con la dichiarazione di Cristian Fabbri, il presidente di Hera che difende il fatturato del gruppo quotato in Borsa per remunerare i capitali investiti, ha giustificato la necessità di procedere con un maxi-impianto o, al limite, di un impianto alternativo alla luce della chiusura pianificata tra cinque anni delle discariche di Ca’ Lucio di Urbino e Cà Asprete di Tavullia.


Fare cassa


«Il che - ribadisce Aguzzi - conferma il mio timore più volte denunciato che riempivano le nostre discariche con rifiuti di fuori regione per fare cassa e, quindi, sempre per far cassa oggi stanno imponendo un’altra discarica deturpando i nostri paesaggi. Pertanto - attacca - da esponente di Forza Italia - richiamo il presidente della Provincia Paolini, il vicepresidente Gambini, la consigliere Fernanda Sacchi iscritta a Fi, i sindaci del territorio, in primis il sindaco Ricci di Pesaro, di ribellarsi perché chi è amministratore pubblico deve governare, salvaguardare il territorio, contenere le tariffe e non fare affari». E conclude: «Se Hera ne ha così tanto bisogno, andasse a fare la discarica vicino alla loro sede a Bologna dove, del resto, è lì che hanno il loro legittimo interesse». 

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