URBINO - È rimasto a bocca aperta un esercente della città ducale che si è portato, ieri, per motivi personali all’ospedale “No Covid” Santa Maria della Misericordia. «Non avevo mai visto un assembramento di persone così rilevante – fa notare il commerciante ducale, che vuole rimanere anonimo - Tutti a prendere il caffè in tazzina, un cliente accanto all’altro, con la mascherina logicamente abbassata, meno di un metro di distanza tra le persone.
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I bar della città procedono con solo asporto e giornalmente ci sono doppi o tripli passaggi delle Forze dell’Ordine a controllare giustamente se ci siano persone all’interno, mentre al bar dell’ospedale la situazione ai miei occhi era questa.
Sappiamo benissimo che i nosocomi, come gli aeroporti, le stazioni e i posti di ristoro lungo le autostrade sono aperti ma si deve comunque garantire il metro di distanza tra le persone. A riprova i militari del Nas, in Liguria, hanno infatti constatato e contestato nei bar di più ospedali il sovraffollamento di clienti e gravi inadempienze alle restrizioni in materia di contenimento con l’adozione di provvedimenti e sanzioni. Parliamo tanto di difesa all’ospedale “No Covid” di Urbino – conclude l’anonimo esercente - e poi accadono queste violazioni. Ma le regolamentazioni sono uguali per tutti o no?».