«Rischiano lo sfratto 70 persone. Ora il Comune di Urbino faccia la sua parte». Lo chiede il legale delle famiglie di Trasanni

«Rischiano lo sfratto 70 persone. Ora il Comune di Urbino faccia la sua parte». Lo chiede il legale delle famiglie di Trasanni. Nella foto la palazzina di Trasanni e, nel riquadro, l'avvocato Cangini
«Rischiano lo sfratto 70 persone. Ora il Comune di Urbino faccia la sua parte». Lo chiede il legale delle famiglie di Trasanni. Nella foto la palazzina di Trasanni e, nel riquadro, l'avvocato Cangini
di Eugenio Gulini
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Sabato 17 Febbraio 2024, 02:30 - Ultimo aggiornamento: 23:11

URBINO Sono 70 persone che rischiano di restare senza casa. Sono gli inquilini che che abitano la palazzina di Trasanni di Urbino. Su loro incombe lo sfratto per morosità. Famiglie che vivono lì da anni, con minori e disabili a carico, che rischiano di finire in mezzo alla strada. All’epoca il proprietario dell’immobile era l’imprenditore Oddo Galuzzi, scomparso nel 2022.

La storia

A due anni dalla sua scomparsa i comproprietari della palazzina e il curatore dell’eredità giacente di Galuzzi sostengono che gli affittuari non abbiano mai pagato il canone locativo.

Accuse respinte dalle famiglie che si sono opposte allo sfratto. Il giudizio pende al Tribunale di Urbino dove il giudice si è riservato la decisione. «Il magistrato – spiega il legale Federico Cangini, difensore delle famiglie - all’udienza del 2 febbraio dove rappresentavo sette famiglie (all’udienza del 29 febbraio ne rappresenterò un’altra) si è riservato la decisione. Si attenderà lo scioglimento delle riserve per capire se lo sfratto sarà convalidato o se il giudice riterrà prevalenti i gravi motivi per non procedere allo sfratto. Nell’attesa i miei assistiti hanno presentato la domanda per entrare nella graduatoria degli aspiranti all’assegnazione di alloggi di edilizia residenziale pubblica sovvenzionata (bando scaduto lo scorso 8 febbraio». Il Comune l’ha mai contatta in questo lungo frangente visto che conosce il problema dal dicembre scorso? «L’Amministrazione comunale nella figura del sindaco Maurizio Gambini e nella figura dell’assessore alle Politiche Sociali Elisabetta Foschi non hanno preso mai contatti con il sottoscritto (ricordo una dichiarazione ad un’emittente televisiva delle Marche dove il sindaco avrebbe voluto incontrare queste famiglie) nonostante abbia portato a conoscenza degli uffici preposti la situazione dallo scorso 8 gennaio».

La morosità

Si dice che le famiglie non pagavano il canone. «In questi giorni, da quando il caso è diventato di dominio pubblico – insiste Cangini - ho letto e sentito tanti commenti non veritieri, un “chiacchiericcio sterile” che rispedisco ai rispettivi mittenti. Posso dire che, visto che ci sono famiglie che risiedono da più di quindici anni quel palazzo, se non avessero pagato non si sarebbe aspettato il 2023 per intentare una causa di sfratto». Cosa si attende dai Servizi Sociali? «Il settore delle politiche sociali, nello specifico gli Uffici dei Servizi Sociali, portato a conoscenza della situazione in data 8 gennaio mi ha ascoltato e i suoi operatori si sono resi disponibili a trovare soluzioni alternative nel caso gli sfratti vengano convalidati.

L’appello

«È già passato più di un mese e spero che si riesca ad instaurare un “dialogo” con le famiglie raggiunte dall’intimazione di sfratto e rinnovo l’invito all’assessore Elisabetta Foschi, a farsi parte diligente in questa drammatica vicenda che spero non venga politicizzata». Qual è, oggi, l’animo delle famiglie? «In questo momento – conclude Cangini - è di trepidante attesa; personalmente cerco di infondere tranquillità andandoli a trovare o sentendoli telefonicamente. Hanno paura che da un giorno all’altro possano ritrovarsi senza un tetto sopra la testa».

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