Sul bus chierichetti e catechisti in gita: «Un boato, poi l'inferno di fuoco. C'era chi piangeva e chiamava la mamma»

Sul bus chierichetti e catechisti in gita: «Un boato, poi le fiamme. C'era chi piangeva e chiamava la mamma»
Sul bus chierichetti e catechisti in gita: «Un boato, poi le fiamme. C'era chi piangeva e chiamava la mamma»
di Lara Facchini
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Giovedì 28 Dicembre 2023, 02:30 - Ultimo aggiornamento: 29 Dicembre, 06:56

SAN BENEDETTO - Lo schianto, l'incendio, una nube nera che sale verso il cielo. Le urla, le lacrime, gli occhi sgranati dalla paura, persone abbracciate, bambini che chiamano la mamma, un paio che fuggono dal tunnel e finiscono in un dirupo, adulti che pregano e stringono il rosario, un'ambulanza avvolta dalle fiamme. È questa la scena che si sono trovati davanti i soccorritori. L'autobus della compagnia Canali bus di Monteprandone, su cui viaggiavano 47 persone stava rientrando da Urbino al termine di una gita culturale.


Le testimonianze


Sul bus c'erano seminaristi e chierichetti delle parrocchie di San Pio V e Madonna della Speranza di Grottammare insieme a quella di San Basso di Cupra Marittima, di cui era presente anche il parroco don Roberto Traini. «Stavamo rientrando da Urbino e abbiamo visto un'ambulanza che improvvisamente ha impattato frontalmente con il nostro pullman – racconta uno dei seminaristi presenti -; l'autista per cercare di evitarla ha effettuato una brusca frenata e alcuni di noi hanno urtato contro i sedili, poi un boato, un fumo nero e denso, il fuoco che si propagava all'interno della galleria.

Noi adulti abbiamo cercato di far mantenere a tutti i bambini la calma, abbiamo spiegato che dovevamo correre fuori dalla galleria, velocemente, ma in maniera composta, cercando di respirare il meno possibile per inalare quanto meno fumo possibile. Voglio fare i complimenti ai ragazzi per l'ubbidienza e la compostezza, non è facile in questi momenti mantenere il sangue freddo. Appena usciti fuori alcuni di loro hanno ceduto alle lacrime, alcuni volevano parlare con la mamma. Li abbiamo abbracciati e calmati, abbiamo spiegato che ci dovevano controllare in pronto soccorso prima di tornare a casa. Hanno tutti chiamato la famiglia per tranquillizzare chi era rimasto a casa». 


I feriti


Alcuni passeggeri lamentavano dolori agli arti, altri dicevano di non riuscire a respirare bene: dopo i vari controlli effettuati al pronto soccorso alcuni di loro sono stati trasferiti al San Salvatore di Pesaro e al Salesi di Ancona a causa del fumo inalato durante la fuga dal mezzo, mentre gli altri occupanti dell'autobus sono rientrati in tarda serata in riviera. La fine di un incubo.
 

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