Il procuratore Boni si congeda: «Lascio a Urbino un pezzo di cuore. E non dimenticherò il bimbo morto per otite»

Il procuratore Boni si congeda: «Lascio a Urbino un pezzo di cuore. E non dimenticherò il bimbo morto per otite»
Il procuratore Boni si congeda: «Lascio a Urbino un pezzo di cuore. E non dimenticherò il bimbo morto per otite»
di Eugenio Gulini
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Martedì 27 Giugno 2023, 01:40 - Ultimo aggiornamento: 13:59

URBINO - Il procuratore della Repubblica Andrea Boni, arrivato a Urbino sette anni fa (il massimo della durata è fissato in 8 stagioni) , già da venerdì scorso ha salutato tutti: colleghi, avvocati e dipendenti del Tribunale ducale, oltre alle autorità locali.

Giovedì 29 giugno, prenderà anticipato possesso del ruolo di capo della procura a a Siena dove ha già lavorato occupandosi di una delle inchieste più conosciute a livello mediatico, quella su David Rossi, capo della comunicazione del Monte del Paschi di Siena, trovato esanime sulla strada su cui si affacciava il suo ufficio (suicidio o omicidio? Il dubbio permane a 10 anni dalla morte). 

«Ho trovato qualità»

La nomina di Andrea Boni è avvenuta su indicazione della commissione per gli incarichi direttivi del Consiglio superiore della magistratura con la ratifica del plenum dello stesso Csm. «Ad Urbino lascio un pezzo di vita ed un pezzo di cuore - afferma Andrea Boni -.

Sono stati anni molto belli sia da un punto di vista professionale che umano. Ho incontrato colleghi, appartenenti alla polizia giudiziaria ed al personale amministrativo, di rara preparazione accompagnata da doti umane non comuni. Rimpiangerò un ambiente di lavoro molto coeso ed a “misura d’uomo”, oltre a degli avvocati preparati, corretti e collaborativi».

«Piccolo è bello»

Chiusura o non chiusura del Tribunale di Urbino. Come l’ha vissuta? «Da sempre, avendo lavorato per molti anni a Montepulciano, sono dell’idea che “piccolo è bello” anche da un punto di vista giudiziario. In questo senso mi sembra anche l’opinione dell’attuale Governo. Certo è che, se si decide di far continuare ad esistere i tribunali medio-piccoli, si devono fornire adeguate risorse in particolare di personale di magistratura ed amministrativo (la procura di Urbino ha operato negli ultimi anni con scoperture vicine al 50% degli impiegati e non migliore è stata la situazione del Tribunale). Vi è poi da dire che, se andranno in porto alcune delle preannunciate riforme (applicazione delle misure da parte di un collegio di tre giudici in luogo del solo giudice che attualmente decide), allora diventa difficile ipotizzare il mantenimento in vita di questi uffici». 

Lo spaccio endemico

Quali i casi che l’hanno maggiormente coinvolto? «Da un punto di vista umano sicuramente il caso del bambino di 7 anni di Cagli morto per una otite non adeguatamente affrontata e curata secondo l’ipotesi accusatoria (il fascicolo, aperto ad Urbino, è stato poi trasferito per competenza ad Ancona). Da un punto di vista di realtà criminale, il fatto che nonostante ripetute e penetranti indagini anche con numerosi arresti, in alcune zone del Circondario, lo spaccio di stupefacenti appare essere un fenomeno endemico».

Le analogie

«Chi arriverà - continua Boni - sarà sicuramente persona professionalmente preparata e adeguata al compito. Non mi sento, pertanto, di dare alcun consiglio anche perché il ruolo di procuratore permette ampi margini nell’organizzazione dell’Ufficio». Pensando alla nuova destinazione il procuratore osserva che Siena ha in comune con Urbino la mancata presenza di una criminalità organizzata radicata sul territorio e il rilievo culturale.

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