Riceci, discarica a meno di 2 chilometri da Gallo. I tecnici della Regione: «Progetto incompatibile. La Provincia lo sa»

Riceci, discarica a meno di 2 chilometri da Gallo. I tecnici della Regione: «Progetto incompatibile. La Provincia lo sa»
Riceci, discarica a meno di 2 chilometri da Gallo. I tecnici della Regione: «Progetto incompatibile. La Provincia lo sa»
di Lorenzo Furlani
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Mercoledì 1 Novembre 2023, 08:04 - Ultimo aggiornamento: 12:52

PETRIANO - L’interpretazione autentica del piano regionale dei rifiuti in relazione al progetto della maxi discarica per rifiuti speciali di Riceci di Petriano, su cui sembra essersi arenato il confronto tra la Regione (da una parte) e la Provincia e il Comune di Pesaro (dall’altra), è una questione di lana caprina. Lo sostengono in sostanza i tecnici della Regione per due motivi. 

Il decreto legislativo

Innanzitutto, un atto di questa natura applicato al progetto presentato dalla società Aurora (riguardo alla classificazione dei rifiuti come urbani o speciali sulla base del decreto legislativo 116/2020, che ha innovato il codice dell’ambiente) si risolverebbe in un’interpretazione autentica di una legge dello Stato preclusa a un’assemblea legislativa regionale.

Inoltre, l’aspetto equivoco (rispetto alla legge e al piano regionale dei rifiuti) del progetto di Aurora all’esame della Provincia è noto all’ufficio ambiente dell’ente di via Gramsci, che ha risposto con una coerente interpretazione normativa a una richiesta di verifica della Regione sui conferimenti registrati nella discarica di Ca’ Asprete gestita da Marche Multiservizi.

La materia è stata trattata nella nota del dirigente Massimo Sbriscia e del funzionario Angelo Recchi della Regione inviata lo scorso 25 luglio dall’assessore all’ambiente Stefano Aguzzi alla Provincia in risposta alla richiesta del presidente Giuseppe Paolini riguardante, appunto, l’interpretazione autentica. Ed è stata ulteriormente chiarita dal funzionario Recchi venerdì scorso a margine della conferenza stampa a Fano dello stesso assessore regionale sulla discarica di Riceci .

L’aspetto controverso

L’aspetto controverso nasce dal fatto che Aurora (partecipata al 40% da Marche Multiservizi) intende sfruttare, per l’impianto in cui vorrebbe smaltire 5 milioni di tonnellate di rifiuti speciali non pericolosi in 25 anni, la deroga del piano regionale che riduce la distanza minima di 2.000 metri delle discariche dai centri abitati (Gallo si trova a poco più di un chilometro) a 500 metri per i siti che trattino prevalentemente rifiuti urbani. Delle 200mila tonnellate che verrebbero abbancate ogni anno a Riceci, oltre 100mila sarebbero costituite da rifiuti indifferenziati, simili per natura ai rifiuti domestici, prodotti da attività industriali, artigianali e commerciali riclassificati come urbani dal decreto legislativo 116/2020 e, anche, dagli scarti delle lavorazioni di queste tipologie di rifiuti produttivi e dei rifiuti urbani differenziati avviati al recupero (i cosiddetti sovvalli).

Il codice dell’ambiente

La seconda classificazione, quella dei sovvalli, è contraria alla legge (il punto 3g dell’articolo 184 del codice dell’ambiente) che definisce speciali “i rifiuti derivanti dall’attività di recupero e smaltimento di rifiuti”. L’equivoco può nascere dalla norma del piano regionale che considera i sovvalli tra i rifiuti urbani per calcolare nella misura del 50% le quantità dei rifiuti speciali conferibili nelle discariche urbane.

Ma il funzionario della Regione Recchi ha chiarito che è illegittimo applicare un criterio per la pianificazione dello smaltimento alle regole sulla localizzazione, che distinguono in modo univoco le discariche. Peraltro, la Provincia ha accertato, attraverso la polizia provinciale, che in alcuni casi il gestore della discarica di Ca’ Asprete aveva impropriamente registrato come urbani gli scarti della lavorazione della raccolta differenziata provenienti da fuori regione, che appunto sono rifiuti speciali (se fossero stati effettivamente rifiuti urbani il conferimento sarebbe risultato illegittimo perché la legge lo vieta senza accordi regionali). E, comunque, secondo la Regione, se fossero conferiti a Riceci prevalentemente rifiuti urbani la discarica dovrebbe essere prevista nel piano dell'Assemblea territoriale d'ambito di Pesaro Urbino. Ma non lo è.

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