PESARO - Mascherine griffate, ma tarocche. Scatta la denuncia e la condanna. A processo è finito un cinese di 33 anni con un negozio nel circondario pesarese. A novembre del 2020, nel pieno periodo della pandemia, ha ricevuto un controllo della Guardia di Finanza. I militari hanno riscontrato che l’uomo aveva messo in vendita 4 mascherine Luis Vuitton, 7 con marchio Chanel, 7 con la griffe Puma, altre 11 con il simbolo della Nike e infine 8 con marchio Gucci.
Motivo per cui il titolare del negozio è finito a processo con l’accusa di introduzione nello Stato e commercio di prodotti con segni falsi.
Tra i blitz quello del luglio dell’anno scorso che ha tolto dal mercato 1300 mascherine potenzialmente pericolose per la salute visto che mancavano di marchio conforme alla normativa europea. La commercializzazione di beni richiede l’obbligatoria indicazione, chiaramente visibile e leggibile, della denominazione legale o merceologica di prodotto, produttore o importatore, Paese di origine (se extra-Ue), dell’eventuale presenza di materiali o sostanze che possono arrecare danno all’uomo, a cose o ambiente, materiali, istruzioni ed eventuali precauzioni sulla destinazione d’uso, ove utili ai fini della fruizione e della sicurezza del consumatore. I dettagli devono figurare su confezioni o etichette dei prodotti nel momento in cui sono posti in vendita.