L’addio a Giuliano Tacchi, il professore del welfare che ha cambiato la vita della città

Giuliano Tacchi
Giuliano Tacchi
di Silvia Sinibaldi
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Domenica 16 Ottobre 2022, 03:25

PESARO -  Una di quelle persone capaci di cambiare il contesto in cui vivono, capaci di incidere nella vita di coloro che hanno accanto, delle cose di cui si occupano: questo è molto altro è stato Giuliano Tacchi, 72 anni, morto venerdì sera all’hospice di Fossombrone, consumato dalla Sla ma presente e coraggioso fino alla fine, come è sempre stato nelle sue corde. Un uomo speciale che ha seguito, a tre mesi di distanza, la sorte dell’amico Marcello Secchiaroli: loro due hanno letteralmente cambiato il volto della città, inventando il welfare e i servizi sociali. 

 
L’eredità


Giuliano ha liberato la disabilità dal medioevo a cui era costretta, ha insegnato a guardare le persone con occhi liberi, con lo sguardo empatico.

Forte della sua cultura cattolica ha sempre posseduto l’energia di aggregare le persone e di convincerle che cambiare è possibile. Questa la sua grande eredità, il denominatore comune di tutte le testimonianze spontaneamente espresse dopo la sua scomparsa. Lascia molto più di un vuoto, piuttosto uno sgomento generale, una valanga di ricordi tra i primi e tra gli ultimi di questa città al fianco dei quali è stato senza riverenze e senza diffidenze. Un curriculum di 12 pagine a partire dalla docenza all’università di Urbino, passando per la presidenza dell’Ambito sociale, per gli incarichi pubblici, per l’attività fittissima di divulgazione, comunicazione, progettazione e per tutto quello che ha saputo concretamente mettere in piedi. 


Le voci
Impossibile ospitare tutte le voci di amicizia, stima e dolore che ieri si sono accavallate. Amici che si stringono intorno alla moglie Cristina Ugolini - che con il lui ha percorso da protagonista il comune lavoro nel sociale - il figlio Claudio che ha postato una foto del padre giovanissimo che lo tiene tra le braccia, commuovendo tutti. Lo ricorda Marinella Topi: «Grazie Giulio per quello che hai fatto e per quello che ci lasci. Vorrei esprimere a Cristina, a Rodolfo e alla famiglia tutto il mio dolore e vorrei abbracciarli per far sentire la mia vicinanza. Lui mi ha insegnato a guardare gli altri con occhi diversi a capire che si debbono creare per tutti quelle opportunità utili per sviluppare le proprie attitudini e capacità». Il sindaco Ricci e l’assessore Pandolfi: «Giuliano ha fatto ed è stato tanto per la città. Un uomo straordinario dal sorriso accogliente, sempre pronto a rispondere alle grida di aiuto e dalla parte di chi aveva bisogno». Daniele Vimini: «Voglio che venga ricordato il suo sforzo, decisivo a fine anni ‘90 nell’avvicinare, dal sociale, dalle politiche giovanili del Comune tanti ragazzi a sporcarsi le mani in ciò che li riguardava. Esperienze incredibili, e longeve». 


Gli amici
E ancora la Cgil provinciale, Simona Ricci: «C’era ancora molta vita da vivere, molti impegni da portare a termine, molto affetto ancora da distribuire a chi ti vuole bene. Perdo un amico e un punto di riferimento per me importante». E poi Giovanni Belfiori, Pino Longobardi, Giampiero Bellucci e Oriano Giovanelli: «Giuliano orgoglioso della sua attività di docente e grato all’Università di Urbino che, fanculo la Sla, gli rinnova l’incarico. Giuliano che mi da una lezione di vita con la sua serenità e consapevolezza mentre parliamo della morte, non in generale, ma della sua che lo attende. Avevo in animo di chiamare Cristina perché volevo tornare a trovarti dopo quella bella chiacchierata di un mese fa. Hai aperto, con il vento che ti fischia nel casco. Vai, dai del gas». Un elenco infinito delle persone che lo portano nel cuore e hanno trovato il modo di ricordarlo anche se Giuliano non frequentava i social.


Il commiato
Il suo funerale sarà celebrato martedì: alle ore 15 la partenza del feretro dalla Camera ardente di Muraglia, alle ore 15,30 la santa messa nella chiesa di Ronco e poi accompagno al cimitero di Ronco. 
Rosario alle 18 di domani sempre nella chiesa di Ronco.

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