Schianto contro un autocarro in A14:
Alessandro muore nell'Audi a 37 anni

Schianto contro un autocarro in A14: Alessandro muore nell'Audi a 37 anni
di Letizia Francesconi
4 Minuti di Lettura
Mercoledì 11 Settembre 2019, 07:38 - Ultimo aggiornamento: 16:32

PESARO - Si è schiantato contro un autocarro in A14 mentre viaggiava verso un appuntamento di lavoro. Sogni, progetti, ambizioni: ad Alessandro Berloni è bastata una manciata di secondi per spazzare via tutto, compreso la vita. Aveva 37anni e un pedigree di famiglia che a Pesaro vuol dire stima e rispetto: il suo cognome è legato al gruppo Fox Petroli, la società di stoccaggio di carburanti e prodotti petroliferi fondata negli anni ‘60 dal nonno Alberto.

Piomba sulle auto ferme in coda: muore a 86 anni dopo il tamponamento

Alessandro stesso lavorava all’interno dell’azienda alla Tombaccia impossibile da non notare per chi entra a Pesaro dall’autostrada, quell’autostrada che ieri gli è stata fatale. Un incidente pauroso, dalla dinamica ancora confusa. Alessandro Berloni stava guidando un’Audi A3 ed era diretto da Pesaro verso nord. .
 
L’incidente è avvenuto a pochi chilometri dal casello di Pesaro poco dopo la galleria del Boncio, intorno alle 12, all’altezza del km 151. L’autocarro stava precedendo l’Audi sulla stessa corsia. Una dinamica ancora da accertare. I rilievi e le indagini sono affidate a Polstrada. Non si esclude una distrazione fatale. Secondo una prima ricostruzione nella corsia di marcia in direzione Bologna, stavano viaggiando l’Audi A3 e un autocarro telonato con a bordo due operai. L’auto di Alessandro Berloni avrebbe impattato violentemente contro il mezzo, come se l’Audi si fosse improvvisamente trovata di fronte ad un mezzo che procedeva ad una velocità più contenuta e il conducente non abbia avuto il tempo di accorgersi e frenare. L’autocarro, colpito nella parte posteriore, dopo l’impatto ha fatto testa coda restando sulla corsia. Ferito ma in modo lieve il conducente del mezzo. L’Audi di Alessandro è stata invece trovata accartocciata a quasi un chilometro di distanza, 870 metri, nella terza corsia di sorpasso. A far propendere per una tragica distrazione anche la testimonianza del passeggero dell’autocarro, uscito illeso. Sulle prime, hanno dichiarato a verbale i due operai, dopo aver sentito l’urto, hanno pensato che fosse scoppiata una gomma o un problema alle sospensioni, solo dopo si sono accorti che un’auto era piombata loro addosso, ma i non hanno fatto in tempo a vedere nulla né hanno sentito alcuna frenata, proprio come se l’Audi avesse tirato dritto senza fermarsi. La notizia della morte di Alessandro Berloni si è diffusa in città nel primo pomeriggio. Alla Fox Petroli sconvolto tutto lo staff del gruppo che vi lavorava insieme. «Alessandro - ricorda il direttore, Pierpaolo Fraticelli - curava tutta la parte commerciale e di vendita del gruppo petroli, e anche ieri mattina probabilmente si era messo in viaggio per lavoro. Non ce la sentiamo di dire altro. Alessandro è sempre stato parte del gruppo e ha seguito passo passo la sua evoluzione e crescita. Semplicemente un bravo ragazzo, ma per ora preferiamo mantenere la riservatezza». 

Schivo e riservato lo ricorda chi lo aveva conosciuto. Nato a Montreal dove i genitori si erano trasferiti per curare le diversificate attività di famiglia (stanno rientrando proprio in queste ore dal Canada appena saputo della tragedia) Alessandro aveva scelto Pesaro per vivere e lavorare nella Fox. «Aveva un fratello gemello, un bambino da crescere e ancora una vita davanti, anche professionale.

Non riusciamo ancora a crederci – così Carlo Renzi, ex presidente del gruppo Giovani Imprenditori Confindustria – era un ragazzo d’oro, dinamico e serio nel lavoro, gentile, disponibile legato ai suoi fratelli e affettuoso con suo figlio. Ormai da alcuni anni era parte del gruppo under 40 di Confindustria e sempre attivo. Lui, i suoi fratelli e i genitori erano e sono davvero una bella famiglia. Ricordo di averlo visto per caso una sera di questa estate a spasso in città, abbiamo scambiato qualche parola, stava bene, era sereno. Lo ricordo e voglio ricordarlo così».

© RIPRODUZIONE RISERVATA