Fano, Commissione parlamentare:
«Morti Profilglass, colpa dell'azienda»

La sede della Profilglass
La sede della Profilglass
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Sabato 23 Dicembre 2017, 18:25
FANO - Alla Profilglass c’è «una visione burocratica in materia di sicurezza», la gestione di questo aspetto fondamentale della qualità del lavoro «appare ridotta a un mero adempimento formale» ed è fonte di responsabilità per l'azienda sugli incidenti accaduti.

È questa la conclusione dell’indagine della commissione parlamentare di inchiesta sugli infortuni lavorativi svolta sulla serie nera di incidenti registrata quest’anno nell’industria di Bellocchi. Quello firmato dalla commissione parlamentare presieduta dalla senatrice Camilla Fabbri è un atto d’accusa contro la gestione della sicurezza nell’impresa di Giancarlo Paci.

«La politica della sicurezza - si legge nella relazione finale - viene vissuta, applicata e declinata quale mero adempimento formale, cioè apparenza che non comporta un condizionamento dell’attività lavorativa alla tutela della salute e all’integrità psicofisica del lavoratore ma esattamente il contrario: la condizione del lavoro piegata alla produzione».

La commissione di inchiesta si è occupata della Profilglass dopo i due incidenti mortali occorsi a distanza di quattro mesi, a marzo e giugno del 2017, inseriti in una teoria da tempo ininterrotta di gravi infortuni. La commissione, che opera con i poteri dell’autorità giudiziaria, ha acquisito dalla Prefettura una relazione su questi episodi, ha ascoltato nel giugno scorso lo stesso ex prefetto Luigi Pizzi e l’ispettore dell’Asur Antonio Crespi e poi ha approfondito la questione analizzando tutta la documentazione inerente l’organizzazione della sicurezza del lavoro assunta tramite la procura della Repubblica di Pesaro.

La commissione parlamentare ha svolto in questo modo un’indagine su cause, dinamiche e responsabilità in relazione alle misure di prevenzione e protezione adottate per la sicurezza del lavoro nella grande impresa di carpenteria metallica di Bellocchi, che conta circa 900 dipendenti. L'indagine ha messo in evidenza tre punti critici nella gestione della sicurezza: la formazione e l'informazione dei lavoratori, gli appalti intraziendali con incarichi a ditte straniere e il modello di organizzazione e gestione.

Preservando le competenze dell’autorità giudiziaria nel merito della dinamica dei singoli infortuni e delle correlate responsabilità penali, la commissione parlamentare evidenzia che «la colpa d’organizzazione imputabile alle scelte di politica aziendale non è meno rilevante della causalità materiale individuale, come purtroppo emerso in altri casi di cui ci si è occupati».
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