Per dieci posti letto di hospice quattro anni non bastano: mancata un'altra promessa

L'ingresso dell'ospedale di Fossombrone
L'ingresso dell'ospedale di Fossombrone
di Roberto Giungi
3 Minuti di Lettura
Domenica 16 Maggio 2021, 15:40

FOSSOMBRONE - Ancora una rassicurazione andata a vuoto per l’inizio dei lavori necessari per raddoppiare i posti letto all’hospice di Fossombrone. Una settimana prima della fine di aprile il sindaco comunicava che «i lavori per il raddoppio da 10 a 20 dei posti letto all’hospice “Il giardino del duca”, unico in provincia, diretto dal dottor Carlo Alberto Brunori, inizieranno il 3 maggio, ho avuto comunicazione formale».

LEGGI ANCHE:

Una gamba gli finisce nelle lame della motozappa: i vigili del fuoco la liberano poi la corsa in eliambulanza a Torrette

A tutt’oggi la situazione è rimasta immutata.

I lavori non sono stati avviati. Il sindaco spera, anche se di fronte alla realtà ha commentato «è un’odissea».

A riprendere la cronaca passata in merito alla vicenda, che sempre più assume i contorni di una nebulosa, si legge tra l’altro che nel corso di un convegno datato 2017 viene annunciato che «la Regione ha dato il via libera al raddoppio del numero di posti letto dell’hospice di Fossombrone ed anche al progetto di estendere le cure palliative a livello domiciliare».

Veniva altresì ribadita la filosofia di fondo in quanto «c’è una differenza fondamentale tra il curare ed il prendersi cura di un paziente. Curare consiste nel prescrivere dei farmaci ad un malato. Prendersi cura è la telefonata che fa il medico qualche giorno dopo per chiedere come quello stesso paziente stia».

In questo esempio proposto dal dottor Carlo Brunori, responsabile dell’hospice veniva riassunto il senso dell’incontro.  «L’hospice ha la funzione di prendersi cura di pazienti inguaribili, con tutti i mezzi a disposizione per alleviare il loro dolore, ma anche per rendere vivibile questo stadio della malattia».

Quel convegno era nato nella stanza di Filiberto Gargamelli sindacalista che si poneva la domanda «perché io posso essere ospitato qui, dove viene curato il mio dolore e un’altra persona non ha questa possibilità? Ti sembra normale?». Oggi ci si chiede se tutti gli appalti sono stati indetti.

© RIPRODUZIONE RISERVATA