Studente no mask, la procuratrice smentisce l'inchiesta sul Tso: «E nessun procedimento per plagio»

Fano, studente no mask, la procuratrice smentisce l'inchiesta sul Tso: «E nessun procedimento per plagio»
Fano, studente no mask, la procuratrice smentisce l'inchiesta sul Tso: «E nessun procedimento per plagio»
di Lorenzo Furlani
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Sabato 15 Maggio 2021, 16:15 - Ultimo aggiornamento: 16 Maggio, 10:42

FANO - «Non c’è alcuna indagine sul Tso disposto per lo studente 18enne, il trattamento sanitario obbligatorio è stato legalmente emesso ed è stato regolarmente convalidato dal Tribunale. Il che non vuol dire che tutta questa storia non posso avere anche dei riflessi penalmente rilevanti». 
La procuratrice della Repubblica Cristina Tedeschini chiarisce l’aspetto investigativo attualmente connesso alla vicenda dello studente del Polo 3 (frequentante l’istituto Battisti presso la sede dell’istituto Olivetti), che per gli sviluppi della sua ultima protesta a scuola contro l’uso della mascherina si è ritrovato ricoverato coattivamente per 4 giorni a psichiatria.

L’eco nazionale

«La sequenza fattuale che risulta a me - spiega la responsabile della procura della Repubblica - è esattamente quella che ha riposizionato il sindaco di Fano. Il Tso non è stato fatto perché il ragazzo non vuole la mascherina, bensì per quanto è successo in seguito al pronto soccorso. La mascherina e il Tso hanno una contiguità che è stata solo fattuale ma non causale».
La vicenda, per le sensibili implicazioni sulle sfere dei diritti, dell’educazione e della sanità, ha avuto una straordinaria risonanza nazionale con l’intervento, tra gli altri, del senatore Siri, che ha visitato il ragazzo a psichiatria, e dell’associazione contro gli abusi psichiatrici Telefono Viola, che ha impugnato in Tribunale il Tso. Del caso si è occupata anche la trasmissione “Le iene” di Mediaset, che ha incentrato tutta la ricostruzione sulla figura di Lamberto Roberti, già candidato autonomo dai partiti al Senato come “parlamentare indipendente” e teorico dell’illegittimità costituzionale delle misure anti Covid limitative delle libertà individuali. Il servizio tv ha dato, in forma dubitativa, la notizia di un’indagine nei suoi confronti, rilanciando le accuse della preside di plagio per le sue teoria no mask e descrivendo le tesi complottiste del nuovo ordine mondiale. Il reato di plagio, in realtà, è stato dichiarato incostituzionale nel nostro ordinamento già da 40 anni e la procuratrice non può che confermare ciò che è evidente di per sé: «Non c’è alcun procedimento per plagio». Cristina Tedeschini non aggiunge altro, salvo precisare che a suo avviso sulla vicenda c’è stata una strumentalizzazione mediatica. 
Sui fatti del 5 maggio scorso, oggetto di un rapporto consegnato dal commissariato di polizia, in astratto potrebbe essere ipotizzato, per la protesta organizzata a scuola affinché avesse un’eco mediatica, il reato di istigazione in relazione all’interruzione di pubblico servizio, reato quest’ultimo che peraltro appare difficilmente configurabile considerando le forme pacifiche delle manifestazioni di dissenso del ragazzo, il quale al senatore Siri ha raccontato di essersi presentato ripetutamente a scuola anche per farsi interrogare, perché con la didattica permanente a distanza, a cui era stato relegato come provvedimento disciplinare, non lo interrogavano mai.

Le iniziative legali

Dal canto suo Roberti ha presentato un esposto in procura contestando come arbitraria e abusiva tutta l’azione, dalla scuola al pronto soccorso, compiuta quel giorno nei confronti del ragazzo, che rivendicava solo il diritto di presenziare alle lezioni, seppure senza mascherina.

Sui fatti accaduti anche l’avvocata Isabella Giampaoli, che tutela lo studente, ha annunciato un esposto penale, che si avvarrà per la ricostruzione anche delle registrazioni eseguite dal ragazzo con il telefonino.

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