FANO - Suona l’allarme l’Acli, tramite Maurizio Tomassini, per l’aumento, diventato per molti ormai insostenibile, del costo dell’assistenza domiciliare. Gli effetti già pronosticati dall’associazione, trovano ora riscontro in due situazioni: il licenziamento di non poche badanti e la rinuncia al posto di lavoro per un componente della famiglia che si sostituisce ad esse.
Le modifiche
Dal primo gennaio è entrato in vigore il nuovo aumento per gli stipendi di colf e badanti, che crescono del 9,2%, compresi contributi, ratei di tredicesima, ferie e trattamento di fine rapporto. «A questo punto – spiega Tomassini – l’unica opportunità che si può offrire a quelle famiglie che sono già in difficoltà per il caro vita, è quello di detrarre il costo della badante dalle tasse, dato che il servizio non è affatto un lusso e in mancanza di questo molto finirebbe con il gravare sul sistema sanitario nazionale.
«Siamo arrivati al punto che costerebbe meno sistemare la persona bisognosa di assistenza in una casa di riposo (ammesso che si trovi un posto) che far fronte al costo di una badante, con il vantaggio in più che tutte le incombenze di carattere medico e burocratico le assolverebbe il personale della casa, mentre se si fa ricorso all’intervento di una badante, queste rimangono a carico della famiglia».
Le strutture
«I posti disponibili nellacase di riposo a Fano 150 a fronte di circa 2mila ottantacinquenni. E’ vero che non tutti sono in condizioni critiche, ma è anche vero che molti a quell’età e oltre hanno bisogno di assistenza». In realtà esiste una legge in corso di approvazione in Parlamento, dove devono essere formalizzati tutti i decreti attuativi in favore della domiciliarità, considerata come processo prioritario, ma la cosa è di là da venire e soprattutto non si sa con quante risorse verrà finanziata. Intanto in città si moltiplicano i foglietti, incollati ai pali della luce, nei cestini porta immondizie, ai muri delle case con i quali le badanti che non hanno più un lavoro, cercano nuova occupazione. Assumerle parzialmente o totalmente in nero, a parte che è un illecito, costituisce un grosso rischio.
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