Stop fermo pesca a Fano, i prezzi rimangono alti: sul mercato pesa l’aumento dei costi

Stop fermo pesca, i prezzi rimangono alti: sul mercato pesa l’aumento dei costi
Stop fermo pesca, i prezzi rimangono alti: sul mercato pesa l’aumento dei costi
di Massimo Foghetti
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Martedì 27 Settembre 2022, 05:55 - Ultimo aggiornamento: 20:24

FANO  - Rimane sostenuto, salvo poche eccezioni, il prezzo delle pesce sui banchi delle pescherie a una decina di giorni dalla fine del fermo pesca. Negli anni scorsi i grossi quantitativi immessi sul mercato, dopo la sospensione dell’attività da parte dei pescherecci per una quarantina di giorni, consentiva ai consumatori di beneficiare di sensibili ribassi .


Non c’è stato il calo

Quest’anno non è così, l’aumento dei costi a carico delle imprese di pesca e soprattutto dei pescivendoli non ha permesso che venissero fatti i soliti sconti.

Quello che c’è di bello è solo che il pesce nostrano è tornato sui banchi di vendita. E’ tornato purtroppo in ritardo per soddisfare le esigenze della stagione turistica, quando l’inattività dei pescherecci ha inondato il mercato locale di pesce di importazione. Fanno eccezione in questi giorni le triglie, il pesce che da un sondaggio effettuato tra i banchi della pescheria di piazza Andrea Costa viene venduto ad un prezzo che varia dai 3 euro al chilo ai 10 euro, a seconda della pezzatura. Il prezzo più basso si riferisce alle taglie più minute, non semplici a mangiarsi perché sono piene di spine; le migliori e le più saporite sono quelle di taglia più grossa che ovviamente costano di più. 


Le vongole costano 6,50 euro al chilo. Sempre 10 euro sono quotati sgombri e sogliole, mentre la razza viene venduta a 16 euro e le code di rospo a 18 euro, alto il prezzo anche della nocchia. Il pesce di qualità supera i 20 euro al chilo e non c’è fermo esca che tenga, anche perché nonostante la sospensione dell’attività per favorire la riproduzione delle specie ittiche di pesce se ne pesca poco e chi vuole mangiarsi delle tagliatelline al sugo di pesce con seppie e calamari deve essere disposto a sborsare 25 euro al chilo per queste specie. 
I pescatori fanesi sono ancora alle prese con l’alto costo del gasolio e l’aumento di tutti gli altri costi della attività di bordo, per i quali hanno partecipato anche alla agitazione nazionale per attirare l’attenzione del governo.

Questa tuttavia non è stata sufficiente a sanare la situazione; nella stessa posizione si trovano i commercianti che, come quelli delle altre categorie, soffrono per l’aumento delle bollette. Si pensi solo all’incremento del costo della corrente elettrica necessaria per mantenere in funzione le celle frigorifere. Nello stesso mercato ittico all’ingrosso, così come ha dichiarato il direttore Angelo Nardini, il costo è schizzato dalle 800 euro mensili ad oltre 2.000. In realtà se il prezzo fissato al mercato all’ingrosso di viale Adriatico non è esagerato, quello che lo innalza considerevolmente è il carico della vendita al minuto. 


L’aspetto visivo


Qui per cercare di accomodare le cose i pescivendoli hanno iniziato ad esporre più di frequente “pacchetti di pesce” che vengono ceduti non a peso, ma a quantità indeterminata, ad un prezzo più sostenibile; un metodo che agisce in maniera psicologica sull’aspetto visivo del prodotto. Tra l’altro i pescatori fanesi sono costretti in questi giorni a destreggiarsi in mare con una moltitudine di tronchi galleggianti trasportati dai fiumi dopo che sono stati sradicati dalla tempesta. 

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