Fano, gli amici del pizzaiolo accusato dell'omicidio della moglie: «Angelo viveva per lei. Lui stesso ora è una vittima. Diceva di non farcela più»

Fano, gli amici del pizzaiolo accusato dell'omicidio della moglie (nella foto tratta da Fano Tv)
Fano, gli amici del pizzaiolo accusato dell'omicidio della moglie (nella foto tratta da Fano Tv)
di Massimo Foghetti
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Mercoledì 22 Novembre 2023, 01:30 - Ultimo aggiornamento: 16:50

FANO Pur accusato di un grave reato, come quello di omicidio volontario, Angelo Sfuggiti  (nella foto tratta da Fano Tv) appare lui stesso una vittima; una vittima di una situazione familiare che per lui era diventata insostenibile e che lo aveva indotto più volte in passato a tentare di togliersi la vita. Lo aveva confidato agli amici, a causa della convivenza con la moglie affetta da una malattia non più controllabile. «L’ultima volta – ricorda il presidente della associazione Rosciano Insieme Mario Vagnini - aveva provato verso la fine di agosto di quest’anno, ingerendo una quantità eccessiva di barbiturici, ma i soccorsi erano arrivati in tempo e Angelo era stato ricoverato in ospedale, dove i medici lo avevano salvato in extremis».

 


Gli atteggiamenti aggressivi


Purtroppo erano riusciti a curargli il corpo, ma non quello che nascondeva dentro: un dolore di carattere psicologico radicato sempre più, che lo aveva indotto in depressione, in una grave depressione; non riusciva più a contenere il comportamento di sua moglie, Rita Talamelli, affetta da problemi psichici che la inducevano ad assumere comportamenti irrefrenabili, determinati, ad esempio da una eccessiva prodigalità nell’acquisto di prodotti superflui e da altri atteggiamenti a volte anche aggressivi. «Non ce la faccio più» aveva confidato a Luciano Radici, l’amico a cui aveva ceduto la nota pizzeria Da Angelo di Rosciano, oggi gestita dalla cooperativa sociale dei Talenti.

L'invito


«Per cercare di risollevarlo avevo proposto appena una settimana fa al fratello Marziano, di invitarlo a tornare in pizzeria – dichiara Luciano Radici - nel suo vecchio ambiente che lui stesso aveva valorizzato, facendola diventare un punto di ritrovo a livello cittadino e una delle più rinomate pizzerie del territorio.

Avrebbe potuto divagarsi, uscire dal menage familiare che lo stava distruggendo e prendere un po’ di respiro. Purtroppo non c’è stato tempo, le cose sono precipitate e i problemi familiari hanno preso il sopravvento. Angelo aveva sperato che la moglie potesse essere ricoverata, ma i medici non lo avevano ritenuto necessario». 


Le stesse spese eccessive della consorte stavano mettendo in difficoltà anche il reddito di famiglia, che altrimenti avrebbero consentito ai coniugi e ai loro due figli coabitanti di vivere senza problemi. Per tutta la vita Angelo Sfuggiti è stato un grande lavoratore, per cinquant’anni aveva sfornato pizze, dapprima in un locale nei pressi della Liscia, poi in un altro esercizio vicino alla caserma e quindi nel centro di Rosciano, dove lavoravano anche il fratello Marziano e la moglie Rita che lo aiutava in cucina. Di carattere aperto, non soltanto si faceva apprezzare per il modo in cui sapeva fare il suo mestiere, ma anche per la simpatia che generava nei confronti dei suoi clienti, per cui a molti è apparso ancora più inspiegabile l’atto compiuto l’altra sera nella sua abitazione di via Montefeltro, quando in un momento, in cui ha perso ogni controllo per una situazione contingente in via di accertamento, ha stretto le sue mani attorno al collo della moglie fino a soffocarla. Lui stesso ha tentato di nuovo di farla finita, ma è stato salvato dal ritorno a casa del figlio che, scoprendo quanto era accaduto, ha avvisato la polizia.

 

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