Contrordine, la fiera non si farà: impossibile il rispetto delle norme

Contrordine, la fiera non si farà: impossibile il rispetto delle norme
Contrordine, la fiera non si farà: impossibile il rispetto delle norme
di Andrea Amaduzzi
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Mercoledì 19 Agosto 2020, 06:50

FANO  - Marcia indietro sulla fiera di San Bartolomeo. Ad appena una settimana dal via libera, subordinata all’adozione di misure per arginare la possibile propagazione del contagio, ecco che un supplemento di riflessione e magari anche l’umore popolare chiaramente percepibile sui social spingono la giunta a cancellare la rassegna, spezzandone così la trama plurisecolare. 


 
Già lunedì l’assessore alle Attività produttive Etienn Lucarelli aveva dato voce a tutti i dubbi che si erano insinuati, ma solo a seguito di un ulteriore punto all’interno dell’esecutivo si è arrivati all’annullamento, ricondotto «alla crescita della curva dei contagi». Considerazione inoppugnabile come quella legata all’impossibilità «di far rispettare tutte le norme anti-Covid in un contesto che prevede oltre 250 banchi di ambulanti provenienti da tutta Italia e un flusso di turisti e di fanesi che solitamente si riversano all’interno della fiera». Come forse con un pelo di precipitazione era stato annunciato il regolare svolgimento della manifestazione, così adesso occorre prendere atto che quella assunta nella tarda mattinata di ieri «non è una decisione presa alla leggera». In settimana ininterrotto il confronto «con le istituzioni regionali, il Comitato per l’ordine e la sicurezza della Prefettura, l’Asur e le associazioni di categoria» che è culminato nel definitivo stop, maturato nella consapevolezza «del disagio che si andrà a creare nel settore del commercio ambulante, già colpito duramente dal punto di vista economico a causa della pandemia». 

Era stata proprio la volontà di imprimere un rinnovato impulso all’attività della categoria a promuovere la decisione di tenere regolarmente la fiera, più ancora che il desiderio di dare continuità ad una così lunga tradizione. E’ però prevalsa fatalmente la convinzione che «la salute pubblica deve essere la priorità assoluta», una volta che ci si è resi conto della difficoltà insuperabile di far applicare le disposizioni che erano state allegate al dispositivo diffuso il 10 agosto, quando era stato previsto l’obbligo di indossare la mascherina assieme a quello di rispettare il distanziamento minimo di un metro. E proprio quest’ultimo dettato si è scontrato con la realtà dinamica di una fiera in cui il contatto ravvicinato è di fatto inevitabile e dove su questo fronte sarebbe valso a poco anche dispiegare una task force adeguata che sarebbe stato enormemente faticoso allestire. E non avrebbe potuto essere di troppo conforto neanche istituire un senso unico di marcia, che a sua volta avrebbe implicato un massiccio apparato di controllo proprio come l’ingresso contingentato che oltretutto avrebbe poi mortificato il senso stesso della fiera, oltre che gli affari. 

Che poi l’asticella dell’allerta sia stata nuovamente alzata lo si rileva dall’intenzione di «aumentare i controlli anche sui mercati del mercoledì e del sabato» intervenendo sulla gestione. Per la cancellazione della fiera si era spesa anche Nuova Fano, ritenendola sì «un importante aiuto economico» ma fedele all’idea che «il pericolo è reale e non possiamo far finta di nulla». 

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