L’escalation
Il diciannovenne è considerato dai carabinieri il capo di una baby gang, una banda giovanile che avrebbe tiranneggiato per circa due anni un ragazzo diciassettenne, in una progressione di minacce e soprusi culminata nelle percosse. Per questa stessa vicenda sono finiti nei guai con la giustizia anche due minorenni, che sono stati denunciati. Gli inquirenti hanno preferito non rivelare, per evidenti motivi di riservatezza, il luogo degli episodi e la residenza delle persone coinvolte.
Condotte dai militi della stazione a Colli al Metauro e dirette dalla Procura della Repubblica a Pesaro, le indagini sono iniziate la domenica di Pasqua, il 9 aprile scorso anche se i fatti sono iniziati due anni fa quando la vittima aveva 15 anni. Quel giorno i carabinieri hanno ricevuto la telefonata di un adulto, il compagno della madre del 17enne, il quale segnalava che poco tempo prima il ragazzo era stato derubato del suo cellulare sotto la minaccia di una pistola ad aria compressa. Dalla descrizione gli inquirenti hanno ritenuto verosimile che si trattasse di una Glock.
In ospedale per le percosse
L’aggressione è poi proseguita e la giovanissima vittima è stata malmenata da due coetanei che conosce bene. L’adulto ha aggiunto che il figlio della sua compagna era stato portato in ospedale a causa delle percosse ricevute, per essere sottoposto agli accertamenti e alle cure del caso.
I carabinieri hanno subito raggiunto l’uomo, iniziando le prime indagini partendo dalla raccolta di alcune testimonianze oculari.
Le verifiche
Sono state quindi disposte delle persecuzioni domiciliari e nella disponibilità del diciannovenne sono state rinvenute due pistole modello Glock ad aria compressa, che si possono acquistare, con dotazione di pallini in piombo e bombolette di gas necessarie a sparare. Una delle due pistole ad aria compressa sarebbe stata utilizzata in occasione della rapina. Sequestrati inoltre un passamontagna e un personal computer, che risulta trafugato circa un mese fa, tra il 22 e il 26 aprile, nella scuola primaria Lugli a Colli al Metauro. Il cellulare del 17enne è stato ritrovato, di fatto distrutto, ai margini della superstrada a Calcinelli.
Profilo Abbonamenti Interessi e notifiche Utilità Contattaci
Logout