Tamponi rapidi Covid a tutti i cittadini asintomatici: nodo personale per il maxi screening

Pesaro, tamponi rapidi Covid a tutti i cittadini asintomatici: nodo personale per il maxi screening
Pesaro, tamponi rapidi Covid a tutti i cittadini asintomatici: nodo personale per il maxi screening
di Letizia Francesconi
4 Minuti di Lettura
Martedì 8 Dicembre 2020, 07:40

PESARO - Tamponi antigenici rapidi di massa a tutti i cittadini asintomatici, su base volontaria dal 18 dicembre: si mette in moto la complessa macchina organizzativa, che coordinata da Regione e Asur Marche mette insieme nella nostra Area vasta, Dipartimento di Prevenzione, Distretti sanitari, Croce Rossa, Comune e Protezione civile. E’ già partita in città la ricerca per la location più adeguata logisticamente ad accogliere centinaia e centinaia di pesaresi che decideranno di sottoporsi allo screening rapido.

  

Le strutture

Fra le soluzioni si ipotizza l’uso della sede drive di strada dei Cacciatori, senza interferire sulle giornate programmate per i tamponi eseguiti dai sanitari del Distretto anche se l’ipotesi più praticabile vede l’area esterna a parcheggio del Pala D di Campanara, recintata e con tre punti diversificati fra ingressi e uscite, che si affacciano tutti su via delle Esposizioni.

Non da ultimo ci sarebbe anche il parcheggio attiguo alla Vitrifrigo Arena. 

L’organizzazione

Lo screening regionale partirà proprio da Pesaro e Urbino, come confermano i dirigenti Asur e dell’Area vasta 1. Sembra prevalere la modalità organizzativa del drive-in per eseguire questi test naso-faringei che prevedono tempi di risposta piuttosto brevi nell’arco di 15-30 minuti. Per i responsabili del nostro Dipartimento di Prevenzione, l’utente potrebbe, con la prenotazione e considerando uno spazio logisticamente adeguato, accedere al punto prelievo, parcheggiare la propria auto e presentarsi poi al gazebo o altra struttura semi coperta che sarà comunque installata, per eseguire il tampone e attendere all’interno della propria auto dai 15 ai 30 minuti per la comunicazione dell’esito. Il flusso di persone che vorrà presentarsi su prenotazione, andrà coordinato mettendo in rete ufficio comunale Anagrafe e quartieri. Prevista un’organizzazione su tre turni di quattro ore nell’arco di una giornata con cadenza di due-tre volte a settimana. Per il momento Regione e Asur hanno stimato una media giornaliera di sei unità di personale a rotazione, coinvolgendo almeno 18 unità fra operatori, medici e volontari della Croce Rossa in ogni punto prelievo. «Prima ancora della location, su cui il Dipartimento può esprimere una propria valutazione – entra nel merito il direttore del Dipartimento di Prevenzione, Eugenio Carlotti – serve avere certezza di quanto personale potremo avere a disposizione. Manca ancora la concertazione e non sappiamo su quante risorse potremo contare per fare questa marea di test rapidi, dal momento che Dipartimento e distretti sanitari di Pesaro e Urbino, sono già impegnati nel garantire l’attività di drive-in e tracciamento dei contatti su soggetti sintomatici e anche per il percorso scuola. 

Le reazioni

«I casi sono due: o arriva nuovo personale integrativo, che in qualche modo Regione e Area Vasta 1 dovranno essere in grado di trovare o altrimenti chi esegue materialmente i tamponi? Se è intenzione della Regione prevedere almeno due turni per i tamponi di massa, significa che servono almeno sei operatori fra volontari e infermieri per coprire un turno. Va ricordato poi che Distretti e Dipartimenti per la mole di lavoro nei punti drive aperti sul territorio, sono già sotto organico». 

Nodo personale

Per il momento i medici in formazione, specializzati o specializzandi, già impiegati a supporto dei Distretti o nelle unità di continuità assistenziale Usca, hanno detto no a supportare anche i nuovi punti prelievo di massa. Resta perplesso sulle modalità contenute nell’ultima comunicazione interna emanata nei giorni scorsi da Asur Marche, anche Gregorio Bucci, medico coordinatore delle Usca di Pesaro. «Una formula quella del coinvolgimento imposto da Asur che non tiene conto del fatto che parliamo di specializzandi iscritti al corso per diventare medici di medicina generale e che già da mesi sono impegnati nel servizio Usca, in guardia medica, all’interno delle Rsa o in alcuni casi anche volontari nei Covid hospital. Per loro Asur Marche prevede fra l’altro un coinvolgimento totalmente gratuito, ma cosa più grave è il fatto che la stessa Asur e di conseguenza la nostra Area vasta 1 non ha personale aggiuntivo adeguato e anche quel personale volontario reclutato all’interno di Croce Rossa, probabilmente non basta a garantire turni ripetuti nei drive rapidi».

© RIPRODUZIONE RISERVATA