La figlia porta via l'anziana madre dalla residenza protetta: due giorni dopo sono entrambe positive al Covid

Pesaro, la figlia porta via l'anziana madre dalla residenza protetta: due giorni dopo sono entrambe positive al Covid
Pesaro, la figlia porta via l'anziana madre dalla residenza protetta: due giorni dopo sono entrambe positive al Covid
di Gianluca Murgia
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Giovedì 5 Novembre 2020, 05:55

PESARO - Esce da Casa Roverella e dopo due giorni inizia a stare male: dal tampone, effettuato dall’Usca, risultano positive al Covid-19 lei e sua figlia. È una dolorosa quanto disperata Odissea quella che sta vivendo una famiglia pesarese.

È la stessa figlia a scandire i fatti accaduti: «Ho deciso autonomamente di ritirare mia madre da Casa Roverella il 24 ottobre scorso - spiega -. Il 26, a casa, ci sono state le prime avvisaglie del virus con una febbre molto alta. Il medico di famiglia le ha così prescritto antibiotici e cortisone, per via di una infezione urinaria che aveva maturato nei giorni precedenti, e contestualmente ha segnalato all’Usca il caso visto che la saturazione dell’ossigeno, nel pomeriggio, scendeva a 89». Grave ipossia.

«Un disastro, siamo sole»

L’equipe è arrivata a casa il 31 ottobre. «Nel frattempo anche io avevo iniziato ad avere dolori diffusi e perdita del gusto, così hanno effettuato il tampone sia a mia madre che a me - continua la signora - Il 2 novembre, online, abbiamo avuto il risultato: entrambe positive. È un disastro, noi viviamo sole. Per mangiare ci aiuta l’alimentari che abbiamo davanti casa ma per i medicinali siamo costretti a chiedere l’aiuto ad amici e vicini. L’assistente sociale ci ha detto che al momento non sono stati riattivati gli aiuti alla popolazione in difficoltà che c’erano ad aprile. Inoltre, visto che sono senza forze, fatico non poco a sollevare e aiutare mia madre. Così, siamo dimenticati dal mondo. Mi chiedo: prima di fare uscire mia madre dalla residenza protetta perché non le hanno fatto un tampone di controllo?». 
Un passo indietro. «L’infezione urinaria che ha colpito mia madre è stata provocata da catetere e dal fatto che, per molti giorni, avesse bevuto poco - racconta la figlia che nel frattempo ha perso il lavoro -.

Non posso sapere dove sia avvenuto il contagio, non voglio accusare nessuno, fornisco solo un elenco dei fatti, circostanze e i tempi: in poco più di un mese all’interno di quella struttura è andata in ospedale tre volte dopo essere caduta a terra, senza spiegazioni plausibili, da una sedia a rotelle sulla quale doveva essere allacciata. Cadendo ha riportato una brutta frattura, come da referto medico, ed è stata poi a rischio trombosi. È andata in ospedale il 5 settembre ed è tornata poco dopo per la Tac. Il 5 ottobre è tornata in sala gessi. Poi è rimasta sempre nella Casa». 

«Lì si è fratturata cadendo»

L’anziana soffre di una forma di demenza senile di grado moderato che richiede costante aiuto. «Una situazione complicata dalla morte di mio fratello. Sono stata costretta a rivolgermi a una casa protetta dove poi mia madre è entrata l’1 settembre scorso - spiega la donna, che della situazione vissuta ha informato una organizzazione sindacale dopo aver richiesto le cartelle cliniche della struttura al Pua (Punto unico di accesso, ndr) -. Dopo 4 giorni mia madre è caduta. Era in isolamento con il tampone negativo in camera. Ho chiesto spiegazioni a tutte le persone che lavorano all’interno della struttura e, dopo ripetute situazioni che non mi sono piaciute, ho preso la decisione autonoma di portarla via pur sapendo le difficoltà a cui andavo incontro. Mia madre viene prima di tutto». 

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