Cattabrighe, sei famiglie alluvionate raccontano la disperazione: «Le case invase dal fango: un disastro e i mobili sono da buttare»

Cattabrighe, sei famiglie alluvionate raccontano la disperazione: «Le case un disastro e i mobili da buttare»
Cattabrighe, sei famiglie alluvionate raccontano la disperazione: «Le case un disastro e i mobili da buttare»
di Letizia Francesconi
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Mercoledì 24 Maggio 2023, 03:15 - Ultimo aggiornamento: 11:40

PESARO Sei famiglie lungo strada della Romagna all’ingresso di Cattabrighe aprono le porte delle loro abitazioni dopo l’alluvione. Un mare di acqua e fango e una forza che ha scardinato infissi e invaso cucine, soggiorno e le camerette al piano terra. Due sono le famiglie ancora sfollate, che hanno trovato una sistemazione provvisoria grazie a conoscenti e familiari. Le altre provano a ripartire e salvare il salvabile. Pesantemente colpito l’appartamento di Graziano Stabile ed Elena Elia. Danni e tanta paura anche per la famiglia di Alessio Arcangeli, strumentista e direttore della scuola Sonart della Sinfonica Rossini. In quel tratto fra la concessionaria Opel e la Statale, l’acqua il 16 maggio è arrivata da più fronti, dai lati per l’esondazione del fosso della Ranocchia e di un canale alle spalle, scendendo dal San Bartolo e da strada dei Canneti e fuoriuscita dai tombini sulla statale.

 


La conta


Elena e il marito Graziano, militare in forza al 28esimo Reggimento Pavia hanno quasi metà casa al primo piano tutta da rifare.

Quando la fiumana ha “sfondato” ha portato via cucina, soggiorno e la cameretta del bimbo di quasi tre anni. «L’acqua è entrata in casa arrivando al livello di un metro e mezzo, soprattutto in alcune stanze – racconta Elena – siamo una delle famiglie evacuate nel giorno dell’emergenza. Quando il livello si stava alzando ero in casa con il bambino e l’arrivo di mio marito è stato provvidenziale. Nei primi giorni siamo stati ospiti di una famiglia di amici ma ad oggi non possiamo certo rientrare in queste condizioni. Aspetto una chiamata anche dai servizi sociali del Comune per la disponibilità in emergenza di un alloggio più idoneo, soprattutto per il bambino. Tutto l’arredo e gli elettrodomestici sono stati buttati. Ci vorrà del tempo per ricomprare, riverniciare e ricreare una casa normale come prima. Anche gli infissi come le porte finestre sono compromessi, il legno ha imbarcato acqua e non chiudono più. Il forno in basso era pieno di acqua e degli altri elettrodomestici poco si è salvato, forse il frigorifero e nella cucina è rimasta solo la cappa di aspirazione e un pensile a muro più in alto».

La richiesta

L’aiuto: «Abbiamo già inoltrato una prima richiesta per danni al Comune – continua Elena – ho sentito i responsabili che seguono le richieste dei privati colpiti dall’alluvione ma non ci sono ancora risposte certe su che cosa può fare o non può fare il Comune. Ci vorranno almeno 40 mila euro, a tanto ammonta il danno». Le famiglie colpite sono state invitate dal Comune a nominare un perito per quantificare con esattezza i danni oltre a provvedere ad un sopralluogo. La famiglia di Arcangeli, moglie e figlia, sono state portate via in gommone dai vigili del fuoco. «Il ringraziamento doveroso va ai vigili del fuoco, ai volontari di Croce Rossa e ai miei vicini. Di sei famiglie tutti abbiamo subito danni. Tanti i messaggi e gli attestati di solidarietà, che alleviano la tensione. Anche la mia taverna con mobilio e quanto altro è stata danneggiata. Il pianoforte, che ha un valore affettivo, è stato lesionato. Se moltiplichiamo l’ammontare dei danni per ognuno di noi, il conto sfiora i 250 mila euro».
 

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