Sanità, il comitato: «A Fossombrone si registrano più accessi che a Cingoli e Pergola. Rivogliamo l'ospedale»

Sanità, il comitato: «A Fossombrone si registrano più accessi che a Cingoli e Pergola. rivogliamo l'ospedale»
Sanità, il comitato: «A Fossombrone si registrano più accessi che a Cingoli e Pergola. rivogliamo l'ospedale»
di Roberto Giungi
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Domenica 2 Luglio 2023, 07:59 - Ultimo aggiornamento: 12:12

FOSSOMBRONE - «Il decreto Balduzzi del 2012, riesumato in tema di taglio degli ospedali minori non è vincolante come si dice. Rappresenta una norma - ha sottolineato Beatrice Marinelli del comitato pro ospedali pubblici Marche - e lascia ampi spazi di manovra. Lo ha confermato la Regione Marche che ha riaperto il nosocomio di Cingoli. A parte c’è la vicenda di Pergola. a conferma che siamo di fronte ad una gestione della sanità personalistica e feudale». 

Il punto focale

«Questo il punto focale dell’incontro pubblico nella sala consiliare del Comune di Fossombrone organizzato dal comitato dei cittadini che rivogliono l’ospedale a Fossombrone. «Siamo ben felici per Cingoli - ha aggiunto Marinelli - bisogna però che lo stesso metro di misura venga adottato per tutti.

Di 13 ospedali minori chiusi nelle Marche, solo uno è stato riattivato. Non è una questione campanilistica ma di dare vita ad una rete ospedaliera che abbia il compito di filtro rispetto alle strutture maggiori». 

I dati comunicati

A più riprese sono rimbalzati i dati relativi agli accesi ospedalieri nel 2010: oltre 9mila 500 a Fossombrone; circa 7mila a Pergola e tremila 400 a Cingoli. Il ruolo svolto da Fossombrone non ha bisogno di commenti. Altro punto rilevante. «Il nuovo Piano sanitario regionale è stato licenziato dalla giunta regionale, in commissione sanità può essere oggetto di emendamenti - ha detto Gloria Mei portavoce del comitato e consigliera comunale di minoranza a Fossombrone - prima che arrivi in consiglio regionale per la votazione finale».

Cristiano Coin ha parlato di “medicina creativa” puntando l’attenzione su due passaggi che riguardano Fossombrone ovvero «ciò che sarà previsto per la nuova casa di comunità e ciò che invece è previsto per l’ospedale di comunità, che ora viene contestualizzato in “zona svantaggiata”» giungendo alla conclusione che «a parte i consueti ottimistici atti di indirizzo generici, non sembra siano presentate novità per risolvere le attuali criticità.

La sigla inedita

In particolare per quanto attiene al Pit, punto intervento territoriale, sigla inedita coniata appositamente dagli ideatori del nuovo piano sanitario regionale, che andrebbe a risolvere i problemi dell’emergenza-urgenza a Fossombrone. Peccato però che dalla lettura del Piano non sia per nulla chiaro comprendere ciò che viene offerto in più rispetto all’attuale ambulatorio della continuità assistenziale primaria, Acap, ex Ppi. Evidenti sono le contraddizioni tra quanto il piano regionale annuncia e la inconsistenza pratica della Casa della Salute che altro non sarà se non un poliambulatorio». 

Le promesse di Meloni

Nel corso dell’incontro moderato da Carlo Ruggeri, presidente del comitato pro ospedali pubblici Marche, sono intervenuti Renzo Savelli («chiedere conto ad Acquaroli e alla stessa Meloni delle promesse fatte in campagna elettorale») e l’ex sindaco Gabriele Bonci («abbiamo seguito quotidianamente le vicissitudini all’interno del nostro ospedale cosa che non mi risulta avvenga oggi…»). C’è chi suggerisce, alla luce di quanto emerso, l’opportunità di un confronto pubblico aperto coinvolgendo tutti gli enti territoriali. Ultima possibilità per chiarire una tribolata storia. 

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