Spuntano a Fano altre vestigia romane: scoperti i resti di un antico opificio durante i lavori anti sismici alla scuola Gandiglio

Spuntano a Fano altre vestigia romane: scoperti i resti di un antico opificio durante i lavori anti sismici alla scuola Gandiglio. Nella foto le archeologhe di Ad Arte al lavoro
Spuntano a Fano altre vestigia romane: scoperti i resti di un antico opificio durante i lavori anti sismici alla scuola Gandiglio. Nella foto le archeologhe di Ad Arte al lavoro
di Massimo Foghetti
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Venerdì 24 Marzo 2023, 02:30 - Ultimo aggiornamento: 11:01

FANO - La Fano archeologica non finisce mai di stupire: dopo i ritrovamenti di via Vitruvio, nuove testimonianze romane sono venute alla luce durante i lavori per l’adeguamento sismico della scuola media Gandiglio, un edificio che si trova, tra l’altro, non molto lontano dal luogo del centro storico dove sono stati scoperti alcuni locali dotati di prezioso paramento marmoreo.

Anche se sono questi ultimi a tenere con il fiato sospeso il mondo accademico e non solo, in attesa dell’accertamento della loro identità data la possibile appartenenza alla basilica di Vitruvio, la nuova scoperta alla Gandiglio non deve passare in sott’ordine, essendo un altro significativo spaccato della Fano romana che riemerge dopo 2.000 anni.

Il piano di calpestio

Quello che è venuto alla luce è un piano di calpestio particolarmente frequentato; non si tratta di un ambiente di prestigio come quello individuato in via Vitruvio, ma ugualmente importante per tracciare la carta archeologica di Fano romana. In sostanza si tratta di un locale fornito di una pavimentazione cementizia punteggiata da tessere chiare che oltre a decorare la superficie la rendevano più visibile nelle ore buie.

Dai primi riscontri sembra che si tratti di un opificio, ma evidentemente gli studi sono appena all’inizio e tutto deve essere approfondito. Gli scavi vengono effettuati dagli archeologi e dalle archeologhe della società Ad Arte di Rimini, gli stessi che hanno effettuato le ricerche nel cortile della palazzina in corso di ristrutturazione in via Vitruvio, il tutto ovviamente sotto il controllo della Soprintendenza all’archeologia delle Marche e la supervisione della dottoressa Ilaria Venanzoni.

La decisione sull'accessibilità

Ora la stessa Soprintendenza d’accordo con l’amministrazione comunale dovrà decidere cosa fare del ritrovamento: se una volta effettuati i dovuti rilievi, ricoprire il tutto, oppure preservarlo rendendolo visibile sia agli studenti della scuola che al pubblico.

Certo è che per la Gandiglio, avere e mantenere in sede una piccola ma significativa area archeologica, costituirebbe una risorsa sia dal punto di vista culturale che didattico di particolare importanza per docenti e alunni.

Un po’ per quello che rappresenta per la scuola media Padalino l’abside di San Mauro che conserva affreschi del XIV e XV secolo.  La scuola Gandiglio è stata costruita nei pressi dell’antico confine urbano dalla parte del mare, in una zona dove anche in passato sono venuti alla luce resti romani.

Resti anche all’aeroporto

Un altro ritrovamento in questi giorni è stato fatto durante i lavori del parco urbano dell’aeroporto, ma in questo caso si tratta di reperti di epoca ancora più antica. Qui nel corso della realizzazione della pista ciclopedonale è stato ritrovato un suolo di probabile epoca preistorica, contenente alcuni frammenti ceramici e schegge di lavorazione della selce. Nel caso dell’aeroporto non essendo stato ritrovato alcun elemento strutturale i lavori non sono stati interrotti. Anche l’aeroporto tuttavia costituisce una zona interessante dal punto di vista archeologico, dato che in passato vi è stato rinvenuto un deposito di anfore presumibilmente appartenuto a una villa rustica.

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