Appalti pubblici a Pesaro, le piccole imprese rischiano di essere tagliate fuori

Appalti pubblici a Pesaro, le piccole imprese rischiano di essere tagliate fuori
Appalti pubblici a Pesaro, le piccole imprese rischiano di essere tagliate fuori
di Thomas Delbianco
4 Minuti di Lettura
Venerdì 17 Febbraio 2023, 05:00

PESARO. «Gli appalti pubblici per le piccole imprese? Come scalare l’Everest. Il nuovo Codice degli appalti non può essere approvato a marzo, è troppo presto. Va privilegiata la suddivisione in lotti. Burocrazia e norme farraginose il nemico numero uno del nostro Paese. Rischiamo di non poter investire nelle opere tutte le risorse del Pnrr».  Dopo aver lanciato una settimana fa l’allarme per i crediti delle imprese bloccati per i lavori del superbonus 110 per cento, la Cna Pesaro-Urbino ieri ha aperto un altro fronte di agitazione nel mercato delle costruzioni, legato agli appalti pubblici (scuole, edifici, piste ciclabili, strade, reti fognarie, infrastrutture varie) e al nuovo Codice, riunendo nella sala del consiglio provinciale Pierangeli imprenditori, sindaci, tecnici, professionisti ed altre stazioni appaltanti tra le quali Erap e Consorzio di bonifica, che hanno paartecipato al seminario sul tema “Appalti pubblici, tra difficoltà normative e nuova disciplina”.


I risultati

Nell’occasione, il responsabile nazionale del Dipartimento Politiche industriali della Cna nazionale, Mario Pagani ha illustrato i risultati dell’Osservatorio nazionale su Appalti e Burocrazia. Dal 2016, anno in cui è stato introdotto l’attuale Codice degli appalti, nelle Marche la domanda pubblica sugli appalti per lavori sopra 40 mila euro è aumentata, passando da 701 affidamenti a 922. Crescita registrata anche a livello provinciale. 
«Le centrali di committenza generano un accentramento del mercato - ha detto Pagani - Le microimprese, che rappresentano il 97% del totale, arrivano al massimo ad aggredire il 5% del mercato. Solo il 18% dei bandi a livello nazionale prevede la suddivisione in lotti, dato sostanziale anche per la provincia di Pesaro. Va privilegiata la suddivisione degli appalti in lotti nei bandi di gara pubblici. Questo – ha detto Pagani – consentirebbe anche alle imprese locali non solo di partecipare e di garantire la realizzazione e la qualità delle opere stesse ma di arginare il ben noto fenomeno di imprese e/o gruppi di dimensione nazionale che spesso si rivelano delle scatole vuote quanto a maestranze. Si tratta infatti di strutture dotate di soli studi tecnici e legali che si aggiudicano le gare per poi ricorrere sistematicamente ai subappalti ovvero a imprese più piccole. La norma prevede che qualora la stazione appaltante non suddivida in lotti deve motivarlo.

Ma a livello nazionale 4 volte su 5 le stazioni appaltanti non lo fanno. In provincia andiamo un po’ meglio, siamo attorno al 40%».

Digitalizzazione

«Sul tema della digitalizzazione - continua Pagani - il 30% delle procedure avviene ancora con modalità cartacee. Nel 2023 questo non è concepibile, sembra di essere ancora nel millennio scorso. Tre stazioni su 10 garantiscono la piena trasparenza delle informazioni di gara, un dato estramemente basso. E 4 su 10 non pubblicano alcun dato relativo all’aggiudicazione. A Pesaro-Urbino nel 65% degli appalti il processo è ancora cartaceo o non è ancora del tutto telematizzato». Antonio Bianchini, responsabile politiche sindacali Cna ha espresso preoccupazione «sulla capacità che avremo di riuscire a mettere in campo le risorse del Pnrr e spenderle, anche per i limiti e farraginosità della normativa legata al tema degli appalti. Quando un appalto viene affidato ad un’impresa locale, so che quell’impresa ci tiene, i soldi restano nel territorio. Non è partigianeria, la legge va rispettata, ma nel rispetto della norma si possono tutelare le piccole imprese». Sono intervenuti al seminario alcuni sindaci, tra cui la prima cittadina di Tavullia Francesca Paolucci, la quale ha puntato il dito sulla «burocrazia che uccide», con il riferimento alle difficoltà incontrate nei lavori per la nuova scuola locale, aggiungendo però che «le piccole imprese devono avere un po’ più voglia di strutturarsi». 

La soluzione

Una delle soluzioni per uscire dall’impasse, secondo il presidente di Cna Costruzioni Marche Marco Rossi è quella di «lottare affinchè il Codice degli Appalti faccia in modo che ci sia una riserva di legge per gli appalti pubblici, consentirebbe alle stesse imprese di investire nel settore pubblico, aumenterebbe ricchezza nel territorio e darebbe la possibilità alle stesse piccole imprese di crescere». Il presidente provinciale Cna, Michele Matteucci, in chiusura, ha detto, sul Pnrr, che «se non facciamo le cose bene e velocemente, non potremo cogliere appieno questa opportunità unica. L’uscita prevista a marzo del Codice degli Appalti è prematura, serve un po’ di tempo per cercare di incontrarsi con le associazioni di categoria per sistemare tutte le varie problematiche esistenti».

© RIPRODUZIONE RISERVATA